martedì 30 novembre 2010

Sono finite le fatture! Diamogli il Presepe!

Ma a che gioco giochiamo?

La presenza del commissario Cosentino si fa sempre più eterea sul territorio, per avere sue parole dobbiamo attendere che i giornali lo interpellino.

Da Città della Spezia dobbiamo venire a sapere cosa pensa del territorio, dell'Asilo Nido e dei lavoratori delle cooperative?

Dal SECOLO XIX sappiamo che questi lavoratori sono giustamente incazzati neri.
Non prendono gli stipendi da Luglio e non fanno le fatture?

Ma stiamo scherzando!!!
Ma dove sono questi dirigenti così attenti alle esigenze delle territorio e dell'occupazione?
Dove sono questi dirigenti che quando c'era da far fatture per la regione ne facevano in abbondanza e adesso che c'è da far mangiar la gente latitano?

Caro commissario sia sollecito, li chiami, li metta di fronte alle responsabilità, così che abbiano la possibilità di eventualmente togliersi dall'imbarazzo.
Darebbe un segnale importante, ascoltando le voci dei numerosi dipendenti che chiedono una doverosa discontinuità.

Tra poco è Natale e a quanto pare non c'è solo il presepe di cui avere l'onere e il dovere di portare avanti.



Cinque terre - riviera di levante: quattro mesi stipendi ed futuro cupo certezze sentimento imperante duecento lavoratori cooperative lavorano parco cinque terre sono pronti inscenare

lunedì 29 novembre 2010

Per alcuni è finita... per noi è appena cominciata.

Senza ipocrisie, ci sono molti che inneggiano ad un 25 aprile, o che pensano che c'era un "regime" che è stato sconfitto.
Per questo pensano che adesso il territorio è libero, che il cattivo era solo "lui" e che adesso saranno tutte rose e fiori in nome della democrazia.
Noi, umilmente riteniamo che non è il momento di abbassare la guardia e non apprezziamo chi usa ora termini dispregiativi, a cominciare dai giornalisti che tanto lusingavano, ai politici che compiacevano, ai cittadini che non hanno mai contribuito a nulla ma solo spettegolato bisbigliando senza prendersi responsabilità di critiche oggettive.
Nemmeno alla luce dei fatti, che sono gravissimi soprattutto dal punto di vista sociale, in una realtà piccola come la nostra, riteniamo che si possa gioire della caduta del cosiddetto "regime".

E' una sconfitta per tutti, ma soprattutto per chi aveva fiducia nel progetto.

Ora il momento invece di essere al massimo attivi sul territorio, e di finalmente interessarsene in prima persona.

Se parliamo del passato è perché non ne possiamo fare a meno se vogliamo capire il presente e quindi guardare al futuro.

Ci limitiamo a usare il termine "sistema", dato che il commissario Cosentino così l'ha definito.
Senza ipocrisie, dunque, perché è dovuto, se vogliamo mantenere il ragionamento limpido, c'è da dire che il "sistema" ha garantito a molti una serie di situazioni positive o negative.
Il "sistema" ha garantito un certo ritmo economico, sociale e occupazionale, forse purtroppo alla fine insostenibile.
Il "sistema" ha garantito una discreta protezione da potenziali entità invasive esterne che avrebbero potuto modificare il territorio in una maniera speculativa classica. Forse il "Villaggio Europa" rappresenta la prima sconfitta ideologica di cui il sistema ha sofferto, lasciando che, forse non avendo altra scelta, forze esterne azzannassero il territorio.
Di fatto la bocciatura del Tar rispetto alla realizzazione del Villaggio Europa sarebbe dovuta essere una vittoria ideale del Parco nella veste di garante del territorio, seppur di fatto è stata la prima vittoria di chi si gli si opponeva.
Testimoniano i fatti odierni di Monterosso che il territorio è costantemente sotto attacco.
Il "sistema" ha garantito, fino ad un certo momento,  un livello di originalità e tipicità che solo una persona del posto poteva assicurare.
Dunque è stato garantito un certo equilibrio generale, senza doversi addentrare nel dettaglio di altri aspetti.

Il potenziale delle Cinque Terre, creato dagli antenati, combinato ad un impegno ed una volontà solida che nessuno può discutere e alle nuove possibilità del turismo globale, hanno creato una realtà florida in un territorio quasi vergine e quindi reso molto molto appetibile.

Dopo il cataclisma successo il problema adesso qual'è?
Si fa presto a dire che d'ora in poi gli amministratori saranno espressi dal popolo e che lo sguardo al futuro debba essere pervaso di ottimismo.

Riteniamo invece che il territorio sia al momento esposto a innumerevoli rischi e del tutto privo di anticorpi.
Sia ora, che siamo in mano a due commissariamenti, sia in futuro, quando le responsabilità saranno assegnate dalle nomine politiche e dai burocrati per quando riguarda il Parco, e dagli elettori per quanto riguarda il Comune, nella speranza di avere liste dignitose.
Siamo socialmente deboli, da troppo tempo ci si è disinteressati delle cose e non si è lavorato alla creazione di figure preparate alla gestione del Comune e del complesso di relazioni che regolano la vita di una comunità.
Parliamo di associazioni di categoria, di comitati civici, di associazioni di cittadini consapevoli delle modalità di confronto tra loro stessi e le istituzioni.

Bisognerà tutelarci dalle ingerenze esterne, dai comitati di affari legati alla politica e all'impresa senza scrupoli, dai burocrati che da qualche ministero ci diranno come dobbiamo comportarci in casa nostra, perché fin'ora dei Parchi veri abbiamo visto poco.
Aggiungiamo che bisognerà anche tutelarci da noi stessi, in modo che non siano l'avidità o l'egoismo a viziare le nostre scelte per il nostro avvenire.

Bisognerà saper tutelare il pescatore quanto l'affittacamere, il commerciante quanto il dipendente della cooperativa, il cittadino che lavora a Spezia quanto il turista, il pensionato quanto il nascituro, il muretto quanto lo scoglio e via così.

Per questo, ma per molte altre cose che non auspichiamo, riteniamo che questa volta bisogna fare uno sforzo in più.
Anche per non perdere quello che di buono esiste e se possibile innovarlo, migliorarlo e garantirlo a tutti.
Bisogna serenamente intraprendere questo percorso, perché questa volta dobbiamo far sì non ci siano fazioni, che non si dovrà stare di qua o di là.
Non ci dovrà essere spazio per i personalismi, per i rancori o le simpatie e per gli atti di "sottomissione".
Le motivazioni sono mille, ma basta guardare negli occhi i propri padri e i propri figli per capire quello che c'è da fare e per capire quello che non permetteremo che accada nuovamente.

"Osservatorio Riomaggiore", in questo momento di transizione in terra di nessuno, vuole contribuire a gettare le basi per il nuovo, che irrimediabilmente avanza.
Per chiarire a chi dice "Aua cusi vonun 'sti chi?".

domenica 28 novembre 2010

Le Cinque Terre son così lontane da non vedere?

Riomaggiore visto da Vernazza

Apprendiamo dell’intervista sulla Nazione di oggi di Leonardini, uomo di punta del sistema parco e dunque interessato in prima persona alle ricadute politiche di Parcopoli.
Aldilà del fatto che gli esiti delle indagini abbiano o meno ricadute giudiziare, Leonardini ha il dovere etico di chiarire a tutti i cittadini come, sotto il suo monitoraggio nella veste di Presidente della Comunità del Parco, si sia determinata la degenerazione che ha causato gli eventi visti.
Noi siamo i primi ad essere interessati a salvaguardare i posti di lavoro e a rilanciare le cooperative, ma in modo tale che la malafede politica e l’incapacità gestionale non debbano più comportare conseguenze drammatiche per i lavoratori e per le loro famiglie. Siamo noi cittadini figli di nessuno, a dover cercar lavoro e a sperare che la classe dirigente ce ne conceda doverosamente il diritto e la possibilità di conservarlo.
Se i sindacati non avessero soccorso i lavoratori, caro Leonardini, che cosa sarebbe successo?
Come Presidente della Comunità del Parco, ha il dovere di rispondere e di non separare il territorio di Riomaggiore da quello di Vernazza, perché entrambi ricadono formalmente sotto la sua responsabilità.
Responsabilità gestita in modo talmente rigoroso, attento e rispettoso verso gli abitanti, da aver comportato in un giorno la crisi occupazionale più imprevedibile e sconvolgente di tutta la provincia senza che Lei avvertisse il bisogno di puntualizzare alcune cose, tra cui il mancato funzionamento del controllo da parte della Comunità del Parco..
Di questo e della sua buona fede i cittadini la ringraziano, sperando che in futuro il senso delle sue dichiarazioni non dovrà emergere davvero e chiaramente per quello che potrebbe essere, cioè una fuga inspiegabile davanti alle circostanze illegittime che Lei ha forse concorso a determinare, non fosse altro per omissione colposa, nella funzione di controllo di cui Lei è responsabile.
Ci sembra troppo facile adesso dichiarare semplicemente, e con freddezza, che se la ex-dirigenza del Parco ha responsabilità pagherà e che il problema è solo a Riomaggiore, in quanto Lei era il garante di tutta la comunità delle Cinque Terre.
Troppo facile e ingiusto, scaricare solo sull'ex-presidente tutte le responsabilità, riconoscendogli si i meriti, ma lasciandolo nell'oblio del problema, quando invece nel passato Lei si affannava nello stargli al passo, illuminato da luce riflessa.
Aggiungiamo che, perché è da spunto per future riflessioni, forse l'ex-presidente sarebbe stato aiutato se avesse avuto vicino uomini o donne più incisivi e responsabili nel loro ruolo.



Barrani (Prc): "Devono emergere le verità di Vernazza e Monterosso"

sabato 27 novembre 2010

Comunicazione: Commenti aperti.

I commenti ai post non erano interamente abilitati per un errore di impostazione.
Al momento tutti i post possono essere liberamente commentati.
Se non avete accounts Google o vari, i commenti possono essere comunque anonimi, saranno censurati solo se lesivi delle normali norme che regolano la buona educazione e il rispetto della legge.

venerdì 26 novembre 2010

Cooperative del Parco: Ricominciamo?

il Dott. Comm. Belardino Feliziani da Gigi Marzullo
Da Città della Spezia si apprende che è in atto un passo nodale nella gestione delle 5 cooperative che gestiscono il territorio sotto la direzione del Parco Nazionale.
In sostanza lo statuto del consorzio che lega le 5 cooperative (Via dell'amore, Manario, Sentieri e Terrazze, Vernazza2000 e Le ragazze del Parco) verrà modificato subito dopo che gli organi e i rappresentanti che lo compongono (tra i quali le cooperative e i loro rappresentanti) rimetteranno il loro mandato all'interno di esso.
A questo punto lo statuto sarà rivisto, le concessioni verranno sciolte e si svilupperanno nuovi accordi operativi per la gestione del territorio.

A dare man forte al Comm. Cosentino c'è Belardino Feliziani, il quale sembra già aver preso parte alla redazione del piano economico del Parco, nel 2004, quando Cosentino era Direttore Generale del Ministero dell'Ambiente.
Dunque la loro collaborazione è di lunga data, ma visti i risultati del piano economico redatto ai tempi e la sua applicazione nel Parco, sempre sotto la responsabilità diretta di Cosentino come Dirigente del Ministero, ci sarebbe da chiedersi se magari sarebbe l'ora di chiamare gente magari di livello normale senza ricadere nella trappola delle "eccellenze".
D'altronde sicuramente il Dott. Feliziani avrà già il suo bel da fare, essendo nel Consiglio di Amministrazione del Gruppo PAM da oltre 10anni, gruppo di cui nel 2009 (l'anno scorso) è stata accertata un'evasione fiscale da 600milioni di Euro dalla Guardia di Finanza.
Indubbiamente nel suo noto studio di commercialista a Roma, di fronte all'Ara Pacis, ci saranno molti collaboratori, ma sarebbe bello esseri sicuri che chi deve ristrutturare il nostro territorio avesse tanto tempo a disposizione da dedicare a capire come funziona la nostra terra.
D'altronde anche la Guardia di Finanza della caserma Santini di La Spezia sembra necessitare altro tempo per portare a termine le necessarie verifiche presso gli uffici delle suddette cooperative, quindi mettere in atto nuovi statuti, nuove convenzioni e nuovi assetti al territorio sembra un passo avventato.
Ci sono ancora dirigenti delle cooperative indagati, e non è stata fatta nessuna chiarezze sugli assets delle 5 coop. Non se ne conosce la situazione di bilancio, nonostante siano tutte ONLUS.

In questo processo di ristrutturazione di statuti, dirigenze e rinnovo di concessioni c'è un grande assente, che il il COMUNE DI RIOMAGGIORE.
Non siamo sicuri che decisioni di questa importanza siano possibili senza prima che nell'ente locale, di fatto proprietario di alcuni beni immobili e strutture di cui le cooperative fanno uso, non venga ripristinata una giunta ed un sindaco che esprimano la volontà di voto della gente che vive e lavora e paga le tasse nel territorio.
Non siamo nemmeno sicuri che le voci di tutti i dipendenti delle cooperative siano state ascoltate, dato che sono cooperative e non plotoni di soldati. Non siamo certi che tutti queste voci che chiedono cambiamenti radicali nella filosofia di gestione, ma anche nella dirigenza stessa, siano stati prese seriamente.
Apprezziamo la gente operativa, Commissario Cosentino, ma siamo certi che è necessaria prudenza, pazienza e una presa d'atto da parte di molti che sono necessari passi indietro non indifferenti, prima di mischiare il mazzo e ricominciare la partita, altrimenti sembra di far si che tutto cambi perché nulla cambi.

Si legge che "c'è da tenere in conto la scarsità delle risorse pubbliche che renderanno necessario individuare i servizi essenziali da erogare e la necessità per le cooperative di reperire altre fonti di entrate aprendo gradualmente l’attività a pochi selezionati licenziatari"...

Frasi come queste fanno preludere decisioni in cui dipendenti, popolazioni, operatori turistici ed enti locali debbano essere coinvolti più che mai, nel massimo della trasparenza e della partecipazione.
D'altronde forse un pochino di margine c'è, se come da Lei annunciato ci sono addirittura dei tesoretti da 14.000.000 di euro da gestire:

«Complessivamente sono circa 14 milioni di euro, che consentiranno a breve di appaltare tutta una serie di interventi, come quelli per rimettere a posto i sentieri», annuncia Aldo Cosentino
Questo almeno riportava il Corriere della Sera del 5 Novembre, e non sono due palanche...
Palanca è un termine dialettale, ma siamo sicuri che Lei lo sappia, però a scanso di equivoci e per amore d'identità ligure abbiamo specificato.

Dunque Le auguriamo buon lavoro, in attesa dei 3.000.000 di turisti che arriveranno anche l'anno prossimo, e siamo sicuri che partendo con il piede giusto i nostri ragazzi delle cooperative conteranno molte più CARD delle 800.000 dell'anno scorso, meteo permettendo e mi raccomando non aumenti il prezzo altrimenti diranno che da queste parti siamo troppo avidi!

mercoledì 24 novembre 2010

FB: Voglio essere una persona pulita.

Logo-immagine del gruppo su FB


Voglio essere una persona pulita.


Questa semplice frase è il nome del primo gruppo sul social network Facebook che, a seguito dei ben noti eventi, ha affrontato il problema di parlare apertamente tra persone, nello specifico Riomaggioresi, in maniera aperta e visibile a tutti.
Quello che da altre parti può sembrare banale qui non lo è stato.
Prima si parlava pochissimo, dopo comunque non si parlava ancora.
Il merito di questo gruppo è quello di aver saputo utilizzare il linguaggio odierno, quello della rete, dove le parole son più di quel che sarebbero se fossero dette per strada.
Anche se "le chiacchere da bar" erano temutissime e mal digerite dal sistema, quelle in rete non erano tollerate affatto, in quanto sono parole scritte. 



La mia solidarietà va ai giovani vessati dall'intimidazione di un sistema incompatibile con la morale civile del nostro paese. Va alle loro famiglie, agli amici e a chi è rimasto faro e sostegno.
Ad Alessandro, Giacomo, Lucia e Simone.
La mia solidarietà va a padri, madri, fratelli, sorelle, amori e figli impotenti di fronte all'insidia dell'intimidazione e alla sua violenza. Vicini nel dubbio e uniti nell'inquietudine di una quotidianità logorata.
La mia solidarietà va a tutti coloro che hanno vissuto in un clima omertoso e prepotente.
Ed anche a tutti coloro che rischiano di perdere ciò che gli è stato garantito come manifestazione di una potenza retta sull’illecito.
Va a chi è nella convinzione di dover ringraziare di aver ricevuto, quando rischia di perdere ciò che ha proprio per le metodiche delittuose travestite da amichevoli aiuti.
Va a chi si renderà conto che ciò che è stato garantito non è altro che un fuoco fatuo guidato da una parvenza di benigna benevolenza che nasconde una conduzione collusa. Va anche a chi non lo realizzerà.
Sono una persona pulita, siamo in tanti ad esserlo.


Il gruppo, come ne testimonia la pregnante descrizione, che coglie l'essenza del madornale torto inflitto, inizialmente era stato creato per manifestare solidarietà ai vessati, perché da che mondo e mondo la solidarietà va ai deboli, alle vittime e ai perseguitati.
Di fatto è diventato un vivace laboratorio di discussione, dove, chi ne ha intenzione, può esternare, delineare fatti o esprimere le proprie opinioni.
Certamente è un banco di prova per sviluppare iniziative attive sul territorio
Ad arricchire il confronto non sono mancati anche interventi di persone coinvolte nell'inchiesta, le quali hanno potuto e possono far sì che questa discussione non fosse a senso unico.

Dunque l'apertura e la democrazia sono un dei punti di forza di questo gruppo e implementato da Internet, mezzo che esprime sempre più il proprio potenziale di modernità, libertà e pluralismo.

Certo, osserviamo con stupore alcune strane affiliazioni al gruppo di personaggi dal livello di pulizia ignoto, possiamo solo ipotizzarlo in base al contributo da essi espresso nel passato nella gestione del Comune di Riomaggiore e del Parco Nazionale delle Cinque Terre e nella loro veste di ambientalisti.
Possiamo intuirlo ricordando quanto essi abbiano contribuito alla realizzazione dell'interesse generale dalla popolazione e del territorio.
In ogni caso per questi personaggi "Voglio essere una persona pulita" può essere un'intenzione o un obiettivo e non uno stato di fatto.
Tutti possiamo migliorare, anche se quello che è pulito in una fogna di Calcutta non equivale al quello che possiamo considerare pulito in una sala operatoria.

Comunque proprio in virtù del pluralismo "Osservatorio Riomaggiore" guarda con interesse al gruppo di FB, consci del fatto che ognuno possa portare il proprio contributo, in più forme possibili, alla rinascita sociale del nostro Paese.
Più voci libere ci saranno, più alto sarà il livello di garanzia che impedirà a chiunque abbia intenzione di ipotecare il nostro futuro e quello della nostra terra, con idee o fatti che non siano ampiamente condivisi.

Complimenti e ringraziamenti dunque ai creatori del gruppo e ai partecipanti la cui buona volontà traspare al di fuori di ogni sospetto.
Speriamo insieme di poter dare il nostro contributo per l'avvenire di tutti.

martedì 23 novembre 2010

Tanta pioggia, dissesto idrogeologico ... "ma proprio lì dovea cascare?"

Via T. Signorini - Riomaggiore
Questi sono eventi sfortunati, non ci sono dubbi.
Crolli di muretti a secco sono altamente probabili, dopo piogge abbondanti e costanti come abbiamo avuto ultimamente.
Però alcuni quesiti vengono spontanei, specialmente se si è del posto e se si conoscono le dinamiche che regolano l'equilibrio del nostro territorio.
Quello che è crollato potrebbe essere un muretto qualsiasi in qualche angolo della valle del Rio Finale o del Rio Maggiore, ma non lo è.
E' un muretto che è praticamente in centro, ed è un muretto che ha subito sotto di esso uno sbancamento devastante, avendogli tolto almeno 6 metri da sotto.
E' nel tratto finale dove Via Tracastello si incontra con Via Telemaco Signorini, un tratto che termina con una "Curva parabolica a gomito", che solo i più abili Stunt-man riescono a percorrere senza troppi indugi.
Questo tratto di strada ha avuto una lunga gestazione, da decenni infatti si attendeva la realizzazione di un collegamento della parte nuova del paese e la stazione.
Si doveva, prima di tutto in caso di emergenza, consentire l'accesso di mezzi di soccorso, e poi per la normale attività e necessità dei paesani, rendendo agevolmente collegata una parte importante del paese.
Una volta finito di costruire Riomaggiore2 si poteva procedere alla costruzione di un secondo lotto di strada in maniera seria.
E invece no. Si è scelto la strada dell'approssimazione.
Il risultato?
Una strada stretta, con strettoie e curve con pendenze e angoli impossibili, costruita al limite tra le abitazioni, senza consultare nessuno, con poco rispetto della gente, senza dare conto di niente e senza valutare altre alternative (perché c'erano)..

Il risultato di collegare il resto del paese è stato raggiunto, ma i mezzi di soccorso?

Poco e niente, i Pompieri non sono ancora oggi in grado di raggiungere "La Stazione" con mezzi di normale stazza. Difatti un furgone grande come un Ducato ha serie difficoltà a manovrare e raggiungere la Telemaco.
Ancora una volta progetti fatti con i piedi, portati a temine malamente dopo tempi di lavoro che sembravano non avessero mai fine.
Lavori che per altro non sono probabilmente finiti, sia nella realtà che sulla carta.
Manca infatti l'illuminazione pubblica e la protezione dai crolli lato monte è affidata a qualche rete messa in maniera poco efficace, non di rado si trovano pietre di medie dimensioni sulla strada.
E sulla carta? Beh...
Al catasto questa strada non la trovate, come non la trovate con un navigatore o su una aggiornatissima mappa.
Ci vogliamo chiedere perché?

Questo crollo forse è il minore dei problemi, anche se è avvenuto 3 giorni fa e le macerie sono ancora al loro posto, bloccando la strada (e qui Commissario La Rosa ci creda, gli amministratori cui Lei ha preso il posto avrebbero fatto con più solerzia, non fosse altro per non far chiaccherare).
Ma questo non è che un altro che l'ennesimo esempio, di tutto quello che è stato fatto prendendo sottogamba le reali necessità del paese.
I tecnici che dovevano garantire la progettazione e la realizzazione di un lavoro a regola d'arte avevano ben altro cui dare attenzione, e lo stesso vale per gli amministratori tutti.

Un crollo così poteva costare una o più vite, ma siamo stati fortunati.
Speriamo di esserlo anche in altri lavori, fatti con gli stessi standard di negligenza.


lunedì 22 novembre 2010

"Festa dei Becchi" a Monterosso: Folklore, cultura d'appartenenza e crude verità.

Si è svolta da pochi giorni l'annuale "Festa dei Becchi a Monterosso".
A Monterosso forse si può ridere e fare folklore, più a levante la situazione è seria, perché c'è tanto da fare, ci sono da difendere occupazione, turismo e vita civica, ma soprattutto la comunità ha bisogno di ritrovare se stessa e la propria serenità.

Guardare nelle proprie origini, dialettali, locali e storiche è senza dubbio un punto comune da cui ripartire, dove tutti abbiamo la possibilità di ritrovarci e riflettere.
Le espressioni del folklore locale e l'intramontabile vis-comica dei dialetti delle nostre parti non sono un elemento trascurabile per noi, che crediamo fortemente nella nostra identità.

Anche questo è fare cultura, a maggiore ragione se è la nostra.

Non ci sarebbe da ridere forse, alcuni non rideranno proprio.
Il nostro paese è stato toccato troppo da vicino, e se non riconoscessimo la sofferenza delle famiglie coinvolte saremmo esattamente come quelli che non esitavano a far soffrire gli altri, ed ad intimorirne i figli in presenza dei padri e delle madri.

Ma per procedere innanzi seriamente può anche essere utile sdrammatizzare.
Da Monterosso dunque parole dette con l'ironia schietta e la sagacia che conosciamo nei nostri vecchi, quelli di una volta:











venerdì 19 novembre 2010

Asilo Nido di Riomaggiore: del fiore all'occhiello ora le spine.

Continua il clima di incertezza nell'assetto scolastico del Comune di Riomaggiore.

Le ripercussioni delle vicende giudiziarie che hanno coinvolto il comune di Riomaggiore e il Parco Cinque Terre continuano far vacillare strutture che a rigor di logica non avrebbero dovuto essere interessate da questo tipo di fenomeni.
Da un lato la Scuola dell'Infanzia di Riomaggiore, parte del comprensorio di Portovenere, dall'altra l'asilo Nido "Valeria Paganini".
I due istituti tecnicamente indipendenti sono in realtà collegati da un "Progetto di Continuità", che a quanto pare era stato suggerito da parte dei vertici dell'Ente Parco in alternativa ad un progetto di "Sezione Primavera" auspicato dalla Direzione Scolastica di Portovenere.

Il problema alla fine sono i troppi bimbi?
Il geom. Tarabugi ci aveva visto giusto, quando si lamentava delle sue sottoposte in maternità dicendo "Queste sfornano come bestie… sarà l'aria di Riomaggiore…"?

No, forse tutto è causa di forzature a scopo politico, che hanno deviato il normale rapporto tra cittadino e servizi.
Un asilo nido "aziendale" troppo ostentato e strumentalizzato, e una scuola materna statale troppo trascurata.

Nella precaria situazione in cui versa la Cooperativa "Via dell'Amore", per il Nido di Riomaggiore potrebbe prospettarsi anche la chiusura. Anche una contrazione del personale sarebbe fatale alla struttura, e indirettamente si potrebbero verificare problemi anche alla materna, in quanto il numero di bimbi che frequenta è superiore al numero legale stabilito in base al rapporto personale/alunni.

A questo evidentemente non si sarebbe giunti se alla base della creazione e della gestione del Nido fossero stati applicati normali criteri di amministrazione, basati nel giusto rispetto dei ruoli delle istituzioni e delle necessità sociali.

Innanzitutto rendiamo allo all'atteggiamento del Dott. Beretta, dirigente dell'Istituto Comprensivo, che in questo frangente ha assicurato il regolare svolgimento dell'anno scolastico a tutti i bimbi che frequentano attualmente l'asilo statale riomaggiorese, garantendo un supporto all'organico del personale se venissero a mancare le condizioni attuali.
Questo sforzo sarebbe incentivato dal fatto che si dovrebbero ricevere 8500Euro dal comune di Riomaggiore, come normalmente avveniva, ed ora tocca al Commissario La Rosa ratificare anche per quest'anno questo contributo.

Siamo certi che il Commissario Prefettizio non esiterà a far quello che è giusto fare, e se le finanze del comune fossero così disastrate da non poter trovare questa cifra non c'è più un minuto da perdere e la popolazione va resa edotta sulla situazione di bilancio del Comune di Riomaggiore.

All'Asilo Nido "Valeria Paganini" la situazione sembra più complessa.
Ci sono dei bimbi in attesa di inserimento, che già pagano la retta.
C'è una carenza di personale, in quanto una maestra è in prestito alla materna, appunto per il “progetto di continuità”, e di assunzioni ovviamente non se ne parla.

Da fiore all'occhiello del parco, il nido, si sta trasformando in un problema.
Difatti la sua esistenza, assolutamente auspicabile, è messa in pericolo da svariate ragioni.
E' gestito dalla Cooperativa “Via dell'Amore”, con convenzione firmata con il Parco Nazionale Cinque Terre dall'allora presidente Gianluca Pasini, dimessosi per essere trasformato in sindaco per poi successivamente venire arrestato.
L'immobile, costruito in una zona non particolarmente felice, risulta essere del Comune di Riomaggiore e da esso costruito con finanziamenti regionali.
Il commissario del Parco, Dott.Cosentino è sembrato essere preciso, quando ha parlato di doversi occupare di attività inerenti alla natura del suo ministero e quindi ambientali, lasciando sostanzialmente la palla alla cooperativa di gestione. Come dire, il Parco non c'entra, se l'attività rende alla cooperativa bene, altrimenti che si faccia come nel resto d'Italia, che si paghi o che si chiuda.
Oltretutto il nido di Riomaggiore sembrerebbe aver percepito contributi per la sua realizzazione come “asilo aziendale”, il commissario è stato laconico, ammettendo che di fatto non esiste nessuna azienda.
Altre incongruenze e mancanze formali sembrerebbero affliggere l'esistenza del nido, anche se precisamente non ci sono informazioni certe, dato che il livello di trasparenza non sembra ancora ottimale.

Caro Commissario Cosentino, all'epoca delle sue visite non si stupiva o insospettiva che un Parco si occupasse di asili e se ne facesse vanto, e adesso la faccenda sembra non riguardarla più di tanto, ma Le ricordiamo le iscrizioni venivano curate attraverso uffici di un Ente di cui Lei era Diretto Superiore.


Questa è l'altra faccia della medaglia, aver creato un asilo nido “aziendale”, quando i contributi erano a disposizione anche per fare semplici e normali asili nido comunali.
Questo è un nodo destinato a dover essere sciolto.
Non si può pensare infatti che l'esistenza di una struttura come il Nido, che ha prodotto buoni risultati in termini di qualità del lavoro svolto e di soddisfazioni di genitori e bimbi, sia legata per la vita ad una Cooperativa di Servizi generica e dall'esistenza incerta.
Una struttura come l'asilo nido doveva essere Comunale, a garanzia di tutti e gestita da una cooperativa apposita, che per altro potrebbe essere composta dal personale odierno, se questo avesse intenzione e possibilità di fondare una Cooperativa a se stante.


Comunque la cooperativa "Via Dell'Amore" dice di poter riuscire a gestire la situazione del personale, anche se allo stesso tempo è pronto un programma di Cassa integrazione in deroga che coinvolgerebbe anche le impiegate del Nido, annunciato dai sindacati di base.
C'è la promessa che si andrà avanti con gli inserimenti, e che anche la maestra in “prestito” alla materna può continuare il suo lavoro.
Per far sì che il nido non chiuda (sempre che per caso prima non chiuda la cooperativa) è in preparazione una revisione dell'offerta dei servizi, che prevede un aumento delle tariffe a livello commerciale, a non meno di 400euro.
Il problema a questo punto sembra essere un gatto che si morde la coda.
Parte delle mamme che mandano i figli al nido sono dipendenti delle varie cooperative, e quindi potenzialmente cassintegrate.
Difficilmente una mamma in cassintegrazione manderà il figlio al nido, specialmente alle tariffe normali.
Quindi ci sarebbe un ridimensionamento delle frequenze, ed un ulteriore potenziale aumento delle tariffe.

In questo piano di ristrutturazione che ruolo avrebbe la maestra in prestito alla Materna, ma di fatto dipendente della cooperativa?
Resterebbe in carico alla Cooperativa, ma dovrebbe essere pagata con un contributo degli alunni della materna in joint-venture col Comprensorio Scolastico che pagherebbe alla cooperativa sottoforma di servizio reso.
In sostanza Cittadini e Comune darebbero soldi alla Cooperativa per gestire a maggior costo un servizio di fatto di competenza della direzione scolastica pubblica, la quale non ha ancora confermato questa ipotesi.
Correttamente la Direzione Scolastica ha la facoltà comunque di contrattuare una maestra, la stessa od un'altra, a progetto, con un onere minore per le famiglie della materna (si parla di 5euro mensili, contro i 30euro previsti dalla cooperativa ad alunno), ma soprattutto una maggiore ottimizzazione del contributo comunale di 8500euro a disposizione di Materna e Primaria.

La Direzione Scolastica, che ha evidentemente uno sguardo competente, auspica ancora la creazione di una “Sezione Primavera”, unica vera alternativa alla situazione, almeno dal prossimo anno.
Verrebbe sgravato quindi il nido dei bimbi in procinto di andare alla materna, il che sarebbe comunque utile in termini di spazio, dato che il Nido, per il particolare luogo in cui è stato costruito, è assolutamente limitato.

La "sezione primavera" presso la materna oltretutto non sarebbe “aziendale”, ma statale, di tutti, senza potenziali discriminazioni, gestito da un ente preposto all'educazione scolastica e non da una generica cooperativa di servizi.
Esisterebbe sotto la supervisione di un ente pubblico, il comune, finalmente in grado di dedicare le attenzioni necessarie alla cura del proprio patrimonio immobiliare e sociale.
Di fatto la struttura scolastica statale di Riomaggiore sarebbe arricchita di un servizio in più, e di un maggiore apporto di personale.

Verrebbero evitati gli incresciosi episodi che abbiamo già visto, dalle umilianti e disgustose “estrazioni di bimbi” in sovrannumero, ai vergognosi episodi come l'impossibilità da parte del comune di addirittura ripare un vetro.

Perché anche questo abbiamo visto.
Abbiamo visto un comune che faceva ripitturare le aule dell'asilo ai genitori dei bambini, quando spendeva migliaia di euro per gli affreschi del "Maestro Benedetto".
Abbiamo visto un comune che non aveva soldi per pagare un vetro di una finestra dell'asilo, quando venivano sperperati fondi, finanziamenti e tributi in progetti incompresibili.

Per questo si deve smilitarizzare il territorio, riconsegnandolo alle istituzioni convenzionali.

Se a gestire alcune di queste strutture sono necessarie cooperative benvengano, con tutti i requisiti in regola e con bandi di gara chiari e trasparenti.

Ognuno faccia il suo dovere.
Al Comune e allo Stato il dovere di garantire scuole e istruzione.
Ai Cittadini il diritto di accedervi senza il brivido di estrazioni indecorose, preghiere o favoritismi, ma con regolari graduatorie.
Solo così il popolo esprimerà onesta e serena gratitudine ad un amministratore capace, e non un succube debito di riconoscenza, per accedere a servizi di cui godiamo pieni diritti in quanto semplicemente cittadini e contribuenti.

mercoledì 17 novembre 2010

Nasce l'Associazione Culturale “Osservatorio Riomaggiore”



L'associazione nasce nell'intento di dare sostegno al processo di ricostruzione sociale, culturale e politica che il paese di Riomaggiore ha innanzi.
Si è assistito ad un percorso a senso unico, che dall'immobilismo degli anni '80 è passato ad una realtà dinamica, per poi via via degenerare e culminare in uno schianto.
La singolare parabola col botto che la nostra comunità ha percorso è complessa, anche col senno di poi saranno necessari tempo e approfondite ed oneste analisi per capire come questo processo abbia potuto deteriorarsi e con esso deteriorare le vite dei singoli, la vita sociale e indubbiamente anche il nostro territorio.
Per far questo occorre essere in buona fede, occorre lasciar da parte gli interessi personali, occorre volontà di non voler essere strumentalizzati oltre quanto lo siamo stati.

Per il futuro occorrono invece lucidità e fermezza.
Occorre garantire, soprattutto ai nostri figli, un'esistenza in un paese sano, prospero, dove le scelte siano condivise e trasparenti, ma che soprattutto non si debba mai più chiedere per favore ciò che spetta di diritto.

Per assicurare il rispetto delle persone e della loro autodeterminazione, nella lista delle priorità dei prossimi amministratori del paese, la volontà, la libertà e il diritto civico dovranno procedere assieme alle necessità primarie della comunità e non trascurate a causa di progetti stravaganti e insostenibili.

Per garantire sorveglianza sull'andamento degli enti locali, interpellando costantemente amministratori, funzionari e mezzi di informazione, in modo che essi sappiano che il silenzio non è più loro complice. Risponderanno prima al popolo, consapevoli che questo li aiuterà a non finire per risponderne alla procure dello stato.

Per offrire aiuto a chi è in difficoltà e si sente avversato da forze più potenti, sia esso un singolo di fronte alle amministrazioni, o sia il paese stesso di fronte a entità che dall'esterno vorranno privarci del nostro territorio e della nostra maniera di vivere.



Per questo dunque nasce “Osservatorio Riomaggiore”, per partecipare alla rinascita del nostro paese, attraverso la riaffermazione della verità e della dignità.

Gens Una Sumus è il nostro motto, perché la nostra debolezza del passato, di essere divisi e soli, è uno sbaglio che non ripeteremo.