martedì 29 marzo 2011

A Gratis...




Questa settimana dedichiamo il post al lavoro dell'Osservatorio Riomaggiore.

Un commento ci ha portato a riflettere su quanto facciamo.





"Questo spazio non deve raccogliere provocazioni, anzi grazie per il lavoro di informazione che avete fatto, è gratis ma è meglio di quella a pagamento e più obiettiva di sicuro.

Ciao da Monterosso."


Innanzitutto ringraziamo il lettore (o la lettrice), che, assieme ad altri, ci ricompensa del lavoro svolto, difatti a volte basta solo un po' di apprezzamento (o anche critica, se serve).
Si denota da subito quanti pesi, nella percezione rivierasca, il fatto che una cosa Gratis possa essere addirittura buona.

Ci sono da dire alcune cose.

Noi non facciamo informazione, questa infatti è regolata da leggi ben precise, ed è praticata da professionisti che più o meno posseggono un titole per farlo.
L'Ordine dei Giornalisti è una realtà, anche se obsoleta, ma di fatto regola l'accesso al mondo dell'informazione professionale.
Negli stati che consideriamo avanzati vincolare chi fa informazione ad un ordine corporativo ad accesso limitato già di per se rappresenterebbe una limitazione della libertà di stampa e pensiero.

Quello che facciamo noi è divulgazione di idee, opinioni e fatti, come lo potremmo fare tutti al bar, o dove ci pare.
La cosa pare sia garantita Costituzionalmente...

Di cosa parliamo noi è quello che in questo momento vogliamo parlare.
Parlando è emerso che qualcuno è perplesso sul fatto che un'associazione culturale debba o possa occuparsi di tematiche quali noi affrontiamo.
Nel panorama associativo culturale infatti esiste un vasto numero di categorie, e la nostra è classificata tra quelle a tutela dei "Diritti del Cittadino".
Per cui tutti ciò che rientra in questa tematica, che sia il diritto all'occupazione, alla trasparenza, alla difesa del territorio, alla difesa del diritto di espressione e quant'altro ci riguarda.

Non era infatti nostro scopo fare "concorrenza culturale", ma abbiamo utilizzato uno strumento che ci garantisse margini di espressione in merito alle questioni che volevamo affrontare.

Fare un'associazione non è gratis, ma è possibile sostenere questo sforzo.
La nostra voce è il blog, e questo si, è gratis, non solo per scelta ma per filosofia.

La filosofia è quella della condivisione, della veicolazione di opinioni e idee, e del raggiungimento delle persone.

Su piattaforma Google abbiamo creato un account a nome dell'associazione, che essendo persona giuridica non ha nessun problema.

Questo account ha costo zero, concede di avere una Gmail, e una volta diventati "utenti Google" abbiamo accesso ad una serie di strumenti altamente versatili.
BlogSpot è infatti la piattaforma per blog di Google stesso, alla quale abbiamo accoppiato un account PiCasa per le nostre foto gallery, cui ne gestiamo una pubblica e una privata, nella quale facciamo back-up condiviso del materiale fotografico che riteniamo importante e che sia facilmente reperibile da ogni nostro componente.

Stesso vale per Google Docs, nel quale si possono condividere tra noi è altri utenti documenti di grosse dimensioni e fare storage di tutto quello che ci pare.

Quando altre persone saranno responsabili di questo lavoro, basterà lasciare loro una Username e una Password, e avranno tutto in mano.
Due righe.

Utilizziamo poi Google Buzz per far pervenire i nostri post ad altri.
Stessa logica vale per la diffusione dei testi, che tramite Facebook, Google News, e il redirect di siti amici come per esempio Lab Cinque Terre, Speziapolis, e Perle5Terre portano la media di lettori a interessanti risultati.

Da fine novembre ad oggi abbiamo pubblicato oltre 40 post, abbiamo avuto circa 40.000 pagine caricate da utenti, e abbiamo avuti picchi di oltre 400 lettori singoli al giorno per articolo.
Se utilizzassimo AdSense ci avremmo pure guadagnato...

Probabilmente un'edicola media ha venduto per paese un numero di copie di quotidiano 4-5 volte inferiore.

Se facessimo informazione li avremmo massacrati nel rapporto tra servizio offerto, numero di persone raggiunte e costo di realizzazione.
Ma come detto diffondiamo idee e opinioni.
Dunque non c'è nemmeno Copyright, ma bensì la logica è del Copyleft.
L'inibizione di usare un immagine per problemi legati al diritto di farlo è un concetto abbondatemente superato in rete, è di fatto uno spauracchio antidemocratico, un freno al veicolo delle idee, che sono gratis.

Spendere soldi non è comunque una garanzia.

Il famoso portale www.italia.it era costato come un aereo Stealth F117, e non sono manco riusciti a farlo funzionare...
Portale Italia.it, piovono critiche sul sito costato 45 milioni di euro.

Da ieri il New York Times online è a pagamento, presto altri seguiranno l'esempio, questo non ci garantisce informazione libera.
Ma ribadiamo, quello che dobbiamo fare noi è veicolare idee, cosa che non fa mai male, specie se abbondano e sono diverse.
Questo si può fare Gratis, a patto che si abbia la volontà di farlo, e che questo serva a qualcosa.

Però abbiamo visto che a qualcosa serve, e che innesca meccanismi che non è facile fermare.

Anche dall'alto queste cose fanno paura, non a caso nel 2007 stava per essere varato un disegno di legge apposito per tappare le bocche e le voci dei blogger e in rete.

Il costo vero quando si intraprende questa strada non è monetizzabile, ma è espresso in ore di impegno, di ricerca di informazioni e scrittura.

Chiaramente c'è anche un tempo tecnico, ma quello varia anche in base alla manualità con questi strumenti.
Un giovane utilizza e comprende questi mezzi in poco tempo, e ha potenzialità non indifferenti nell'applicazione dei sistemi.
Dunque per l'innovazione e il cambiamento la gioventù è una enorme risorsa, in grado di utilizzare la modernità con una naturalezza tale da azzerare il costo e lo sforzo.

Costa però anche esporsi, perchè esporsi ha sempre un onere, oltre che magari a qualche complimento.

Conviene sempre fare esporre altri.
E' questo lo scalino da superare e che spesso evitiamo di fare, rinnegando quindi, da soli, quello che dovremmo o avremmo dovuto fare.
Poi se ci si espone volendo offrire un certo tipo di opinioni, che potrebbero essere considerate scomode, allora è ancora più costoso.
Se poi aggiungiamo il fatto che in realtà piccole, la distinzione tra personale e politico spesso non viene colta, beh, è ancora pià difficile.

L'idea di fondo è quella che consente di reggere la pressione, anzi, di superarla e di acquisire consapevolezza che ognuno di noi può fare qualcosa per migliorare e contribuire alla realizzazione di un domani migliore.

Farlo con mezzi gratuiti aiuta ad allargare la vista su un mondo che fornisce i mezzi per fare qualsiasi cosa, basta volerlo.

Ad esempio, magari non vogliamo comprare quotidiani, o certi si ed altri no.

Iscrivendosi ad un Servizio come Google Alert, oggi avremmo ricevuto a gratis questa notizia.

Parlamento: La Russa piu' ricco tra i ministri, Galan il piu' povero
Libero-News.it

Subito dopo arriva il ministro della Funzione pubblica Renato Brunetta, con 300.894 euro che secondo la dichiarazione dei redditi dello scorso anno ha acquistato un'unita' immobiliare Riomaggiore (Sp) e terreno. Fanalino di coda e' il neo ministro ...


Oltre probabilmente, volendo un pochino di ironia, si potrebbe commentare il fatto che da queste poche righe vengono espressi due concetti latini.

Melius abundare quam deficere

Pecunia non olet


Ecco, comunque a Gratis si corrono meno rischi.
Lo si fa per fare, gli alibi non servono.



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lunedì 21 marzo 2011

Siate realisti! Chiedete l'inesigibile...


Una quarantina di anni fa la gente che aveva vent'anni fece suo un aforisma di Camus che diceva:


"Sii realista, chiedi l'impossibile".


Adesso questa gente si suppone che abbia circa una sessantina d'anni, e il mondo non sembra cambiata molto...


A certuni tocca ancora chiedere cose impossibili e viene detto no, ma evidentemente quando ad essi sono state chieste cose impossibili hanno detto di si, e adesso arriva il conto, e quando sono le Fiamme Gialle a farlo, nessuno è troppo contento.
Siccome noi non siamo gran ché come commercialisti, ci siamo chiesti cosa voglia dire "credito inesigibile", che è quanto abbiamo letto sui quotidiani.


Su internet, ovviamente, abbiamo trovato questa definizione:
Crediti inesigibili o in sofferenza:
Crediti che, causa il fallimento o l'insolvenza del debitore, non saranno più riscossi o lo saranno in misura inferiore al loro ammontare.


Per chi non l'avesse ancora capito, l'argomento sono le coop del Parco, e nello specifico la madre di tutte le cooperative, la Via dell'Amore.Inutile negare che questo è l'argomento locale più caldo, più grave e più sentito.




Quello che si sa lo si apprende dai giornali e dai discorsi, ma la situazione pare pesantissima e si parla sempre più insistentemente di fallimento imminente.Ci sono state molteplici versioni, e probabilmente solo in pochi sanno esattamente come stanno le cose.
Si è parlato di milioni di buco, di milioni di tesoretto, alla fine quello che sembra più realistico sono circa 2.000.000 di iva evasa e almeno 12.000.000 di buco nella cooperativa (inezie al confronto di Acam).

Il commissario Cosentino stesso dal suo arrivo ad oggi, ha cambiato parecchie versioni, e adesso sembra aver tirato un sospiro di sollievo, il buco, se c'è, non è nel Parco.
Dunque il Ministero ne esce tutto sommato pulitino, e chi resta a governare il Parco quantomeno non sembra doversi preoccupare del debito, in quanto il debito è stato fatto fare ad altri.

Tra questi altri, appunto, la Coop Via Dell'Amore, che vanta crediti dunque dal Parco, ma a quanto pare, essi non sono esigibili perché la documentazione contabile che ne dia prova non esiste.
Adesso qui la prima incongruenza è che il credito inesigibile, nella sua definizione è tale se il debitore è insolvente o fallito, e il Parco non sembra tale.

Quindi allora la situazione sembra essere che il Parco non paga semplicemente perché non c'è dimostrazione che i servizi fatti siano stati realmente dati, o siano stati mai addirittura richiesti da tale ente o che quantomeno la documentazione non è sufficiente a dimostrarli.

Un po' come dire, se il Parco si impersonificasse in un cliente, entra al panificio, chiede una focaccia,  se la mangia e il panettiere sta a guardare.
Poi alla richiesta del pagamento il cliente dice: Ma io la focaccia mica te lo chiesta con una richiesta scritta, alla quale tu mi ha risposto, e sulla quale ci siamo messi d'accordo... quindi io alzo i tacchi e ti saluto.
Quindi se alla fine il panettiere ha fatto pure lo scontrino, ci deve pagare pure le tasse.
Viceversa, sempre facendo il panettiere, se un fornitore portasse della merce ed una fattura, e questa venisse firmata e poi magari dopo attento controllo questa marce è la metà di quella in fattura, beh, questo credito è esigibile, il fornitore se ne va fischiettando e il panettiere paga fattura e fatturato.
Quindi diciamo essere in malafede è sempre conveniente.

Tornando alle nostre cooperative i politici che hanno detto di voler mediare questa faccenda hanno tutti promesso aiuto, lo continuano a fare e alcuni lo continueranno a fare, così come hanno fatto i sindacati rispetto al lavoro.

Si dice si siano cercati fondi a Roma, per aiutare a coprire questa situazione, ma che soldi non se ne trovano, quindi la situazione è destinata a precipitare.
Nel frangente, per chi deve gestire questa cosa dall'alto, è già pronto un piccolo miracolo.
Non è necessario creare una Bad Company, dove inserire gli assets tossici e una Good Company, operazione che crea sempre problemi.
La Bad Company esiste già confezionata e si risolvono 2 problemi contemporaneamente.
1- Il cosiddetto debito del Parco verso le cooperative smetterebbe di esistere.
2- Il problema occupazionale verrebbe dissolto in quanto il problema è dell'entità fallimentare, inutile caricarsi di legna verde se si possono scaricare le persone e addirittura promettere loro qualcosa.

Per far questo è sufficiente non fare niente, il Presidente e il CDA verrebbero messi di fronte alle loro responsabilità oggettive e nulla potrebbe salvarli. Verrebbe ricordato loro che nessuno li ha obbligati a firmare niente, e se lo hanno fatto erano maggiorenni, vaccinati e pagati. Gli verrebbe pure ricordato che se avevano da dire qualcosa dovevano farlo prima e che se hanno gestito un sistema così inefficiente e antieconomico sono solo fatti loro.
Poco varrebbe ai fini legali, fiscali e finanziari che le responsabilità morali andassero ad essere cercate altrove.

A questo punto basterebbe allargare le braccia e dire:
"A ragà... nun se po fà!"

Cosa potrebbe fare allora la Cooperativa? Aprire un contenzioso ed una causa contro l'ente?
Del resto alla fine se l'Ente a suo tempo chiedeva tali servizi o prestazioni, questi da qualche parte dovrebbero risultare, e magari anche se mancasse della documentazione questi costi potrebbero essere stimati. 
Ma una causa in corso tra Ente e Via Dell'Amore pregiudicherebbe per la durata del procedimento il rapporto di convenzione, magari anche per altre coop correlate, e certamente renderebbe alquanto spinosi i rapporti con chi adesso è a gestire il Parco.

Chi gestisce adesso il Parco?
C'è una gestione tecnica e temporanea?

Beh, si dice che l'apparato laziale che è arrivato alle Cinque Terre cerca casa a contratti annui, non è roba di pochi mesi, e sembra che certi consulenti che dicevano che avrebbero lavorato gratis già abbiano presentato parcelle non indifferenti.
D'altronde una volta tirato il sospiro di sollievo sul debito, e appurato che qui di soldi ne girano a valanghe perché avere tanta fretta di andarsene? Meglio mettersi comodi e far vedere chi comanda ora.

La presenza locale nell'apparato dirigente del Parco è destinata ad assottigliarsi, fino a che nessuno del luogo sarà più presente negli uffici amministrativi.
Risolto il problema vaporizzando le circa 90 persone di Via Dell'Amore resterebbe un numero di cooperative ed occupati sufficiente a gestire servizi che l'ente ritiene necessari, e ci scommettiamo che restebbero quelli altamente remunerativi.
A gestire il tutto, finanziamenti, lavori etc resterebbe tutta gente esterna.
Non che questo debba essere un male, ma sarebbe il preludio al fatto che se non si sta attenti probabilmente piano piano tra consorzi strani e cooperative nuove il tutto sarebbe gestito da entità esterne.
La gente locale sarebbe solo coinvolta nella parte finale della filiera del lavoro.

Si incorrerebbe in quella situazione che già descrivevamo in uno dei nostri primi post, Per alcuni è finita... per noi è appena cominciata (29 novembre '10).

C'è da fare un ultimo ma importante inciso.
Cosa succederebbe se la Via dell'Amore venisse veramente aiutata ad uscire dal gorgo dell'insolvenza, e che dal Ministero si trovasse una soluzione politica per cui qualche credito venisse riammesso?

Ci sarebbe una cooperativa sovradimensionata che nessuno vorrebbe farsi onere di aiutare, in una situazione bordeline in cui ci sarebbe comunque da pagare i mancati tributi all'Agenzie delle Entrate, e forse anche altri scoperti.
I salari sarebbero difficili da coprire, in quanto non ci sarebbe più un apparato economico drogato in grado di gestire con mille vasi comunicanti, e ci si dovrebbe basare solo sulle effettive entrate.
Sarebbe fattibile?
Probabilmente si, ma forse sarebbe necessaria una contrazione di personale.
Ma chi sarebbe disposto ad andarsene per lasciare posto ad altri?
Probabilmente in pochi, la cooperativa sarebbe subissata di vertenze e ricorsi, in molti sarebbero riassunti e metterebbero comunque a repentaglio il bilancio.
Dove si mangia in 2 si può mangiare in 3 e forse in 4, ma in dieci si finisce cannibali.

E quindi?

Beh, sicuramente solo un Comune che ha cognizione di causa e sa adoperare i propri strumenti all'interno delle Comunità del Parco, e saprà mettere sul piatto della bilancia quanto ha da offrire ad un Parco disposto ad avere un ruolo equilibrato e con un rapporto alla pari, potrà consentire ai residenti di avere voce in capitolo sul territorio e sull'occupazione.
Certo che se i meccanismi delle Coop erano in vigore anche in Comune, quindi oneri distribuiti ovunque tranne che al Parco, in realtà poi ci sarà da mettersi le mani nei capelli anche in municipio.

Per quanto sopra, ma anche per molto altro che non è opportuno discutere, il problema delle cooperative è un nodo gordiano che tagliare ora conviene ad alcuni, anche se non a tutti.
Quelli cui non conviene sono quelli che ci rimetteranno il posto e non avranno santi a quali raccomandarsi per un appaltino, quelli che hanno lavorato e costruito comunque una realtà, perché c'è anche gente che ha dedicato tempo, volontà e fatica, vedranno il loro contributo svanire.
Poi ci sono quelli che resteranno veramente schiacciati nel meccanismo, quelli cui, volenti o no, hanno avuto un ruolo di responsabilità, le quali gli sono state volentieri date, nel bene e nel male, e con un ottimo tempismo.

Peccato... davvero peccato pensare che possa finire in questo macello, peccato essersi illusi.


Chiedere l'impossibile oggi sembra sia chiedere di essere trattati come gente e non strumentalizzati come pedine, chiedere che i politici facciano le persone serie, chiedere che ci si prenda la responsabilità delle proprie azioni, chiedere rispetto, chiedere uguaglianza, chiedere di essere amministrati con coscienza e onestà, chiedere cose normali.
Chiedere, in se, ormai è diventato inesigibile.


Bisogna farlo da noi.
Questa forse è la rivoluzione necessaria, inutile aspettarsela da altri, e Gandhianamente cominciare da noi stessi.



(PS, siccome questo è un argomento complicato, se abbiamo detto qualcosa di errato, o se qualcuno si sentisse di correggere o di aggiungere qualcosa siamo a dispozione).

lunedì 14 marzo 2011

Idee nuove...

Grande vertice sabato 12 nella sede del Parco Nazionale delle Cinque Terre, presso la stazione di Manarola.

L'élite del mondo politico della Liguria di Levante, con la presenza del Presidente Burlando, di strada per l'inaugurazione di P.zza Saint Bon a Spezia, si è riunita per discutere sul futuro delle Cooperative del Parco.

Tra i partecipanti c'erano gli assessori regionali Enrico Vesco e Renzo Guccinelli, il sindaco di La Spezia Massimo Federici, il Commissario del Parco Aldo Cosentino, il Commissario del Comune di Riomaggiore Giuseppe La Rosa, i sindaci di Vernazza e Monterosso Resasco e Betta, l'Onorevole Giancarlo Di Vizia e il Senatore Luigi Grillo.

Dal giornale un unico punto è emerso chiaramente, quello di aumentare la Cinque Terre Card, da 5 a 6Euro quella "solo parco", e da 8,5 a 10Euro quella che include il biglietto ferroviario, parliamo di tariffe giornaliere.

Si è attenuato il clima pesante che presagiva l'incontro solo il giorno prima, quando sempre il Secolo XIX parlava di fallimento imminente della Cooperativa Via Dell'Amore, attanagliata oltretutto da un debito di 2.000.000di Euro verso l'Agenzia delle Entrate, e da crediti non esigibili da parte del Parco per cifre ben oltre i 10.000.000.

Burlando si spinge a dire che "Siamo disponibili anche a versare una parte di soldi ricavati dalle multe ferroviarie e se possibile ad intervenire con i sostegni economici alle imprese".

Sull'aiuto alle Cooperative siamo tutti d'accordo, ecco, non sappiamo se si potrà fare con i soldi delle multe delle ferrovie (beh ragazzi da domani tutti col martello addosso alle obliteratrici e a scovare i controllori sui treni) o con altri mezzi di sostentamento per le imprese.

Poi magari Burlando ci spiegherà come ha fatto un sistema che ha fagocitato MILIONI di finanziamenti Europei, Regionali e Nazionali, in veste di Parco, di Comune e come Cooperative, e che poi ha gestito il flusso di MILIONI CASH annui provenienti dalla Via dell'Amore (il sentiero) a finire in questo modo.
Così magari poi ci spiega come vorrebbe gestire lui la cosa con la cassetta degli spiccioli.

Non sappiamo se c'é una vera vicinanza ai problemi delle cooperative, o per lo meno alla madre di tutte le cooperative, "Via dell'Amore".
Se non ci sbagliamo lo scenario è la tipica soluzione all'italiana: determinare una Bad Company, responsabilità legali a chi è rimasto col cerino in mano, scarico dei costi sulla socialità e aumento delle tariffe alle utenze finali.

Ci si è preoccupato spesso degli effetti della vicenda Cinque Terre sul turismo, bene, spiegateci quali effetti sui turisti hanno gli aumenti delle CINQUE TERRE CARD.

Già da tempo chi monitora il turismo ci avverte che siamo diventati una località no-return, cioè, vengono una volta e a ritornare ci pensano parecchio.
Invece di tessersi le lodi e fare "share" su Facebook bisognerebbe leggersi i molti blog di viaggiatori, dove si lamentano servizi inesistenti, code per servizi igienici e di ristoro, sentieri impercorribili e una disorganizzazione totale sul territorio (alla faccia dell'incoming... ci sono ancora turisti che cercano la Marina dall'anno scorso).

Magari in questi meeting fanno brainstorming, e non sappiamo con tempeste di cervelli di queste proporzioni, quali idee rivoluzionarie hanno partorito per migliorare veramente il territorio e i servizi che dovrebbero correlare un turismo che vuole essere eco-sostenibile.


Vorremmo sperare che chi si mette adesso a pianificare il futuro sulla nostra pelle e quella delle future generazioni lo faccia con cognizione di causa.
Dei piani a 200 anni ne facciamo a meno, ma vorremmo capire come glielo spiegheremo, tra 3 mesi, ai turisti che, nonostante la Crisi, vorranno venire a visitare questo Parco a misura d'uomo dove una passeggiata e cinque minuti di treno costano 20euro a coppia.
Sempre sperando che ci siano sentieri su cui passeggiare e treni in orario, puliti e non sovraffollati stile  Bangladesh.

Magari tutti questi brillanti amministratori saranno anche degli esperti delle fiere di Turismo, ma forse come turisti veri viaggiano poco (forse sono troppo abituati agli arrivi in taxi se non quando in auto blu, al pendolino e agli alberghi di gran lusso).

Forse ci aspettavamo un messaggio diverso da questi incontri al vertice.
Speravamo che si volesse andare nella direzione di un vero riassetto del territorio, una vera riforma del sistema cooperativo per una vera e propria interazione tra turismo, produzioni locali e fruibilità del territorio, e una gestione dei beni pubblici e dei servizi moderna e funzionale.
Ormai è chiaro che il nodo Gordiano non si potrà sciogliere fino a che non esisterà un piano di gestione dei turismo in cui i rispettivi Enti faranno la loro parte nelle proprie competenze patrimoniali e nella partecipazione attiva alla gestione dei servizi, in sintonia con un sistema cooperativo modellato sulle necessità commerciali e sociali del territorio, dinamico ed efficiente.
Forse però questo dovrà venire dalla base, inutile aspettarsi questa riforma dall'alto, hanno ben altro da pensare.

sabato 5 marzo 2011

Futuro


Tutto sembra rallentare dopo i macroscopici eventi che hanno colpito la nostra comunità 5 mesi fa. Il ritmo dei fatti e dei titoli sui giornali si è fatto più rado, lasciando finalmente decantare polemiche ed elocubrazioni.
Consideriamo questo un progresso notevole per la normalizzazione delle cose.

Anche il disorientamento iniziale della comunità sta lasciando spazio alla riorganizzazione, abbiamo visto in questi mesi una vivace attività di molti cittadini.
Sono nate associazioni di categoria, che da troppo tempo mancavano, e che hanno già prodotto risultati.
E' riemersa la voglia necessaria di confrontarsi in numerosi spazi, dai Laboratori alle riunioni politiche, di partito o no, agli incontri civici di ogni genere.

E' rinata dunque una voglia di riappropriarsi del proprio futuro e dei propri diritti e doveri di cittadini.
Dal momento in cui il tempo sembrava essersi fermato, e da dove non si poteva ancora concepire il domani, ci si sta muovendo avanti inesorabilmente, ed è stato fissato il primo appuntamento decisivo che ha a che fare col Futuro.
Il 15 e 16 maggio ci saranno infatti le Elezioni Amministrative.
Una data certa, dal quale ripartire, e che a Riomaggiore ha senza dubbio un significato più profondo che in qualsiasi altra parte d'Italia.

Non siamo sicuri che la situazione a Riomagggiore sia come a Napoli, come ci indica Speziapolis, e non siamo nemmeno ancora convinti che i partiti siano disposti a fare la loro parte civicamente e politicamente pulita e sgombra da interessi.
Per cui ancora di più è necessario puntare sulle persone e sulla loro volontà di riforma.
Su questo forse la popolazione può ancora fare uno sforzo, non tirarsi indietro di fronte all'assunzione di una responsabilità che è indubbiamente una scelta personale, ma che è dovere di ognuno sentirsi parte vitale e fondamentale della rinascita civica.

Non bisogna dimenticare che la non partecipazione, il tacito assenso e dissenso è sempre a vantaggio del sistema.
E qui come sistema si intende non solo quello che ci ha governato ed è diventato diciamo poco virtuoso, ma quello generale dell'andazzo politico e dei comitati di interesse che imperversano localmente, in provincia, in regione e nella nazione intera, nelle mille sfaccettature delle lobby, siano esse politiche, imprenditoriali o pseudo-ambientaliste.

Ci viene da vomitare alle dichiarazioni di oggi del sindaco di La Spezia, Federici(*):

“Le vicende di questi mesi, anche prescindendo dagli aspetti di più evidente rilevanza giudiziaria, hanno fatto emergere limiti e storture di un sistema che sarebbe comunque imploso, forse più in là nel tempo e, probabilmente, con conseguenze ancora più gravi.”

Potremmo ripondere, ma quanti politici in maniera bipartisan ci hanno inzuppato il biscotto alle Cinque Terre?
Quanti di questi chiamavano, venivano, mangiavano, dormivano e mandavano i figli a lavorare nelle per il Parco?
Quanti di loro non si ponevano problema di dissanguare i bilanci delle cooperative o non si ponevano dubbi confrontando il loro rapporto produttività/stipendio?
O forse queste sono questioni relative, dovendo parcheggiare la prole, magari in attesa di un posto all'Acam, in Provincia, all'ASL o in Banca?

Insomma se questi geniali politici hanno dovuto attendere un terremoto giudiziario che ha squassato paesi interi e realtà lavorative per cominciare a porsi domande, allora forse è giusto chiedersi quali siano le loro effettive capacità.
Perché se le loro capacità sono così scarse, o il loro credo politico e civile è così basso e timido da non voler dire le cose come sono per tempo, allora ne possiamo fare volentieri a meno.

Tra i mali della gestione delle Cinque Terre cita "un'esasperata visione localista", beh, sinceramente non crediamo affatto che credere nel localismo e nell'identità sia stato un male, ma anzi un pregio, e di questo rendiamo atto.
E' il localismo quello che ci ha sempre salvato, ed è la nostra natura. Le Cinque Terre siamo noi delle Cinque Terre, nel bene, e nel male di quando eravamo dimenticati.
Speriamo invece che questo non sia un ulteriore messaggio in codice che in realtà vuole dire che alle alte sfere ci sia l'intenzione di spartirsi politicamente gli assetti delle Cinque Terre, come già prevedevamo nel nostro post Trasversalità al Bivio a dicembre 2010.

Vogliamo credere e sperare che il futuro delle Società dei Magnaccioni sia
giunto al termine, perlomeno qui.

il Futuro deve essere quello della gente normale e delle loro necessità. Deve essere quello delle famiglie, degli enti gestiti normalmente, del sostegno al lavoro nelle forme sociali, di microimprenditoria e artigianato locale.

Qui i bei discorsi sulla "buona politica" non centrano, qui ci vuole un'amministrazione locale sana e compentente, e che sappia ascoltare.

Per questo siamo contenti che qualcuno si occupi della scuola, che è forse il simbolo di quanto siamo andati indietro, e da dove dobbiamo immediatemente concentrare il nostro impegno civico.

E se la scuola è universalmente additata a simbolo del Futuro, bene, che lo sia anche a Riomaggiore.
Che lo sia da subito, che venga subito ristrutturata in tutte i suoi aspetti, e che venga sgombrata dalle occupazioni estive di Legambiente che per anni sono avvenute impropriamente e contro la volontà della gente, lasciando poi i genitori ad imbiancare e pagare vetri rotti.
Un importante e simbolico primo passo.


Post modifiato il 07-03-11 causa errata attribuzione delle dichiarazioni del sindaco Federici, che sbagliando abbiamo confuso con il predecessore Pagano.
La sostanza della nostra opinione in merito a tali dichiarazioni non cambia, ma a maggior ragione proprio da Federici sarebbe stata oppurtuna una maggiore lucidità avendo egli soggiornato spesso e lungamente a Riomaggiore.


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