lunedì 29 novembre 2010

Per alcuni è finita... per noi è appena cominciata.

Senza ipocrisie, ci sono molti che inneggiano ad un 25 aprile, o che pensano che c'era un "regime" che è stato sconfitto.
Per questo pensano che adesso il territorio è libero, che il cattivo era solo "lui" e che adesso saranno tutte rose e fiori in nome della democrazia.
Noi, umilmente riteniamo che non è il momento di abbassare la guardia e non apprezziamo chi usa ora termini dispregiativi, a cominciare dai giornalisti che tanto lusingavano, ai politici che compiacevano, ai cittadini che non hanno mai contribuito a nulla ma solo spettegolato bisbigliando senza prendersi responsabilità di critiche oggettive.
Nemmeno alla luce dei fatti, che sono gravissimi soprattutto dal punto di vista sociale, in una realtà piccola come la nostra, riteniamo che si possa gioire della caduta del cosiddetto "regime".

E' una sconfitta per tutti, ma soprattutto per chi aveva fiducia nel progetto.

Ora il momento invece di essere al massimo attivi sul territorio, e di finalmente interessarsene in prima persona.

Se parliamo del passato è perché non ne possiamo fare a meno se vogliamo capire il presente e quindi guardare al futuro.

Ci limitiamo a usare il termine "sistema", dato che il commissario Cosentino così l'ha definito.
Senza ipocrisie, dunque, perché è dovuto, se vogliamo mantenere il ragionamento limpido, c'è da dire che il "sistema" ha garantito a molti una serie di situazioni positive o negative.
Il "sistema" ha garantito un certo ritmo economico, sociale e occupazionale, forse purtroppo alla fine insostenibile.
Il "sistema" ha garantito una discreta protezione da potenziali entità invasive esterne che avrebbero potuto modificare il territorio in una maniera speculativa classica. Forse il "Villaggio Europa" rappresenta la prima sconfitta ideologica di cui il sistema ha sofferto, lasciando che, forse non avendo altra scelta, forze esterne azzannassero il territorio.
Di fatto la bocciatura del Tar rispetto alla realizzazione del Villaggio Europa sarebbe dovuta essere una vittoria ideale del Parco nella veste di garante del territorio, seppur di fatto è stata la prima vittoria di chi si gli si opponeva.
Testimoniano i fatti odierni di Monterosso che il territorio è costantemente sotto attacco.
Il "sistema" ha garantito, fino ad un certo momento,  un livello di originalità e tipicità che solo una persona del posto poteva assicurare.
Dunque è stato garantito un certo equilibrio generale, senza doversi addentrare nel dettaglio di altri aspetti.

Il potenziale delle Cinque Terre, creato dagli antenati, combinato ad un impegno ed una volontà solida che nessuno può discutere e alle nuove possibilità del turismo globale, hanno creato una realtà florida in un territorio quasi vergine e quindi reso molto molto appetibile.

Dopo il cataclisma successo il problema adesso qual'è?
Si fa presto a dire che d'ora in poi gli amministratori saranno espressi dal popolo e che lo sguardo al futuro debba essere pervaso di ottimismo.

Riteniamo invece che il territorio sia al momento esposto a innumerevoli rischi e del tutto privo di anticorpi.
Sia ora, che siamo in mano a due commissariamenti, sia in futuro, quando le responsabilità saranno assegnate dalle nomine politiche e dai burocrati per quando riguarda il Parco, e dagli elettori per quanto riguarda il Comune, nella speranza di avere liste dignitose.
Siamo socialmente deboli, da troppo tempo ci si è disinteressati delle cose e non si è lavorato alla creazione di figure preparate alla gestione del Comune e del complesso di relazioni che regolano la vita di una comunità.
Parliamo di associazioni di categoria, di comitati civici, di associazioni di cittadini consapevoli delle modalità di confronto tra loro stessi e le istituzioni.

Bisognerà tutelarci dalle ingerenze esterne, dai comitati di affari legati alla politica e all'impresa senza scrupoli, dai burocrati che da qualche ministero ci diranno come dobbiamo comportarci in casa nostra, perché fin'ora dei Parchi veri abbiamo visto poco.
Aggiungiamo che bisognerà anche tutelarci da noi stessi, in modo che non siano l'avidità o l'egoismo a viziare le nostre scelte per il nostro avvenire.

Bisognerà saper tutelare il pescatore quanto l'affittacamere, il commerciante quanto il dipendente della cooperativa, il cittadino che lavora a Spezia quanto il turista, il pensionato quanto il nascituro, il muretto quanto lo scoglio e via così.

Per questo, ma per molte altre cose che non auspichiamo, riteniamo che questa volta bisogna fare uno sforzo in più.
Anche per non perdere quello che di buono esiste e se possibile innovarlo, migliorarlo e garantirlo a tutti.
Bisogna serenamente intraprendere questo percorso, perché questa volta dobbiamo far sì non ci siano fazioni, che non si dovrà stare di qua o di là.
Non ci dovrà essere spazio per i personalismi, per i rancori o le simpatie e per gli atti di "sottomissione".
Le motivazioni sono mille, ma basta guardare negli occhi i propri padri e i propri figli per capire quello che c'è da fare e per capire quello che non permetteremo che accada nuovamente.

"Osservatorio Riomaggiore", in questo momento di transizione in terra di nessuno, vuole contribuire a gettare le basi per il nuovo, che irrimediabilmente avanza.
Per chiarire a chi dice "Aua cusi vonun 'sti chi?".

5 commenti:

Carlo ha detto...

Non aggiungo e non tolgo una parola a questo bellissimo post.
Complimenti sinceri.

stefano lapucci ha detto...

Ho letto attentamente l'articolo più volte e, animato da una serena volontà di dare un mio piccolo contributo, vi devo dire che mi è sembrato un po' ipocrita. Partendo dall'inizio: affermate che nessuno può gioire della caduta del cosiddetto regime; ma qui non si tratta di gioire delle disgrazie altrui ma di vedere finalmente riconosciuto il diritto di un'intera comunità di poter svolgere tutte quelle normali funzioni democratiche (diritto di critica, di esprimere altri punti di vista ecc...) che per molto tempo sono state, diciamo compresse. Voi definite e probabilmente vivete tutto quello che è successo come "una sconfitta per tutti"; io personalmente la cerco di vivere come una nuova primavera, come una stagione nuova da cui poter ripartire. La mia idea di democrazia è quella di partecipazione alla costruzione di un'idea, un progetto per il futuro della comunità di cui ognuno di noi fa parte. Ed in questo progetto ognuno di noi porterà la propria esperienza e la propria sensibilità nel pieno rispetto degli altri. Saranno poi gli strumenti della democrazia (il voto) a decidere la strada da percorrere. Il sistema ha garantito "situazioni positive e negative(??)", certamente non ha garantito le cose più importanti: democrazia, trasparenza e partecipazione. Dall'articolo esce inoltre un'idea di fortezza assediata da oscure forze esterne. Forse questo può anche essere un espediente per coagulare una comunità intorno ad un'idea di difesa del territorio (da cosa o da chi?)ma non mi sembra un buon inizio per creare un progetto di partecipazione democratica.
Anche perchè, come riportato nell'articolo, i pericoli fino ad ora sono venuti dall'interno (Villaggio Europa, villette a schiera e parcheggi a Monterosso,funivia al Bramapane). A proposito che fine ha fatto il complesso scolastico di Pianca- Volastra?
Un tassello del mosaico che forse è sfuggito a me è la posizione ufficiale presa dai partiti del territorio su quello che è successo, quello che un tempo si chiamava analisi politica. Scusate la lunghezza del mio intervento ma anch'io sono daccordo con voi che per affrontare serenamente il futuro dobbiamo analizzare serenamente quello che è successo alla nostra comunità.
Stefano Lapucci.

Carlo ha detto...

Ciao Stefano.
Non ho scritto questo post, ma avendolo avallato lo sento un pò come mio.
Sinceramente non vedo alcuna ipocrisia in questo post: di contro, mi pare una lucida, obiettiva e direi anche dolorosa presa di coscienza dei fatti accaduti.
Giustamente poni l'accento sul fatto che un'intera comunità debba svolgere le più elementari funzioni democratiche.
Sono d'accordo.
I fatti però dimostrano che una "percentuale bulgara" di un'intera comunità nel chiuso delle urne abbia avallato questo modus operandi.
Quindi il sistema si reggeva sulla regina delle regole democratiche che si chiama libera votazione.
Anch'io voglio vedere la nuova realtà con ottimismo, ma i problemi che vengono trattati in questo post sono reali e condivisibili: porre l'accento sull'essere "socialmente debole" non va letto, a mio avviso, come un deporre le armi ma al contrario come un'esortazione alla pubblica partecipazione che anche tu, come molti (non tutti), auspichi.
Sono altrettanto d'accordo che questo sistema non abbia garantito trasparenza e partecipazione, ma non possiamo dare la colpa di questo solo ad una persona od ad una "cricca".
La popolazione di Riomaggiore colpe non ne ha?
Ha solo subito passivamente? Non è stata almeno in parte connivente?
Io credo che questo vada detto, appunto, senza ipocrisie.
Caro Stefano, anche a me sfugge la posizione ufficiale presa dai partiti su quello che è successo, soprattutto di quel partito che di democratico ha soltanto il nome.
Con amicizia.
Carlo Ricci.

Osservatorio Riomaggiore ha detto...

Ringraziamo per entrambi i commenti e per l'interesse ad aver letto.

La Verità, o un vista verosimilmente globale sulla questione non può che partire dalla propria singola percezione.
Questa percezione che ognuno ha del passato è basata su esperienze personali e di gruppo.

Le vostre opinioni, insieme alle nostre e a quelle di quanti vorranno esprimersi possono fornire un quadro più completo, partecipato, democratico e dunque veritiero.

Grazie per il vostro contributo, che di fatto è una prosecuzione del nostro post, rendendolo più efficace e completo.

Per quanto riguarda i partiti:
Mah... a bocca piena parlare è difficile... ma quanto tornerà loro il vorace appetito che li contraddistingue li risentiremo.

Anonimo ha detto...

Buongiorno!
Credo che queste discussioni siano al di là di alcune piccole differenze soggettive e legittime, un primo passo sicuramente fatto nella giusta direzione...Rosy