sabato 5 marzo 2011

Futuro


Tutto sembra rallentare dopo i macroscopici eventi che hanno colpito la nostra comunità 5 mesi fa. Il ritmo dei fatti e dei titoli sui giornali si è fatto più rado, lasciando finalmente decantare polemiche ed elocubrazioni.
Consideriamo questo un progresso notevole per la normalizzazione delle cose.

Anche il disorientamento iniziale della comunità sta lasciando spazio alla riorganizzazione, abbiamo visto in questi mesi una vivace attività di molti cittadini.
Sono nate associazioni di categoria, che da troppo tempo mancavano, e che hanno già prodotto risultati.
E' riemersa la voglia necessaria di confrontarsi in numerosi spazi, dai Laboratori alle riunioni politiche, di partito o no, agli incontri civici di ogni genere.

E' rinata dunque una voglia di riappropriarsi del proprio futuro e dei propri diritti e doveri di cittadini.
Dal momento in cui il tempo sembrava essersi fermato, e da dove non si poteva ancora concepire il domani, ci si sta muovendo avanti inesorabilmente, ed è stato fissato il primo appuntamento decisivo che ha a che fare col Futuro.
Il 15 e 16 maggio ci saranno infatti le Elezioni Amministrative.
Una data certa, dal quale ripartire, e che a Riomaggiore ha senza dubbio un significato più profondo che in qualsiasi altra parte d'Italia.

Non siamo sicuri che la situazione a Riomagggiore sia come a Napoli, come ci indica Speziapolis, e non siamo nemmeno ancora convinti che i partiti siano disposti a fare la loro parte civicamente e politicamente pulita e sgombra da interessi.
Per cui ancora di più è necessario puntare sulle persone e sulla loro volontà di riforma.
Su questo forse la popolazione può ancora fare uno sforzo, non tirarsi indietro di fronte all'assunzione di una responsabilità che è indubbiamente una scelta personale, ma che è dovere di ognuno sentirsi parte vitale e fondamentale della rinascita civica.

Non bisogna dimenticare che la non partecipazione, il tacito assenso e dissenso è sempre a vantaggio del sistema.
E qui come sistema si intende non solo quello che ci ha governato ed è diventato diciamo poco virtuoso, ma quello generale dell'andazzo politico e dei comitati di interesse che imperversano localmente, in provincia, in regione e nella nazione intera, nelle mille sfaccettature delle lobby, siano esse politiche, imprenditoriali o pseudo-ambientaliste.

Ci viene da vomitare alle dichiarazioni di oggi del sindaco di La Spezia, Federici(*):

“Le vicende di questi mesi, anche prescindendo dagli aspetti di più evidente rilevanza giudiziaria, hanno fatto emergere limiti e storture di un sistema che sarebbe comunque imploso, forse più in là nel tempo e, probabilmente, con conseguenze ancora più gravi.”

Potremmo ripondere, ma quanti politici in maniera bipartisan ci hanno inzuppato il biscotto alle Cinque Terre?
Quanti di questi chiamavano, venivano, mangiavano, dormivano e mandavano i figli a lavorare nelle per il Parco?
Quanti di loro non si ponevano problema di dissanguare i bilanci delle cooperative o non si ponevano dubbi confrontando il loro rapporto produttività/stipendio?
O forse queste sono questioni relative, dovendo parcheggiare la prole, magari in attesa di un posto all'Acam, in Provincia, all'ASL o in Banca?

Insomma se questi geniali politici hanno dovuto attendere un terremoto giudiziario che ha squassato paesi interi e realtà lavorative per cominciare a porsi domande, allora forse è giusto chiedersi quali siano le loro effettive capacità.
Perché se le loro capacità sono così scarse, o il loro credo politico e civile è così basso e timido da non voler dire le cose come sono per tempo, allora ne possiamo fare volentieri a meno.

Tra i mali della gestione delle Cinque Terre cita "un'esasperata visione localista", beh, sinceramente non crediamo affatto che credere nel localismo e nell'identità sia stato un male, ma anzi un pregio, e di questo rendiamo atto.
E' il localismo quello che ci ha sempre salvato, ed è la nostra natura. Le Cinque Terre siamo noi delle Cinque Terre, nel bene, e nel male di quando eravamo dimenticati.
Speriamo invece che questo non sia un ulteriore messaggio in codice che in realtà vuole dire che alle alte sfere ci sia l'intenzione di spartirsi politicamente gli assetti delle Cinque Terre, come già prevedevamo nel nostro post Trasversalità al Bivio a dicembre 2010.

Vogliamo credere e sperare che il futuro delle Società dei Magnaccioni sia
giunto al termine, perlomeno qui.

il Futuro deve essere quello della gente normale e delle loro necessità. Deve essere quello delle famiglie, degli enti gestiti normalmente, del sostegno al lavoro nelle forme sociali, di microimprenditoria e artigianato locale.

Qui i bei discorsi sulla "buona politica" non centrano, qui ci vuole un'amministrazione locale sana e compentente, e che sappia ascoltare.

Per questo siamo contenti che qualcuno si occupi della scuola, che è forse il simbolo di quanto siamo andati indietro, e da dove dobbiamo immediatemente concentrare il nostro impegno civico.

E se la scuola è universalmente additata a simbolo del Futuro, bene, che lo sia anche a Riomaggiore.
Che lo sia da subito, che venga subito ristrutturata in tutte i suoi aspetti, e che venga sgombrata dalle occupazioni estive di Legambiente che per anni sono avvenute impropriamente e contro la volontà della gente, lasciando poi i genitori ad imbiancare e pagare vetri rotti.
Un importante e simbolico primo passo.


Post modifiato il 07-03-11 causa errata attribuzione delle dichiarazioni del sindaco Federici, che sbagliando abbiamo confuso con il predecessore Pagano.
La sostanza della nostra opinione in merito a tali dichiarazioni non cambia, ma a maggior ragione proprio da Federici sarebbe stata oppurtuna una maggiore lucidità avendo egli soggiornato spesso e lungamente a Riomaggiore.


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3 commenti:

Daniela Patrucco ha detto...

Salve,
evidentemente non sono stata chiara e comunque malintesa.
http://speziapolis.blogspot.com/2011/03/elezioni-amministrative-riomaggiore.html

Non volevo dire che Riomaggiore fosse come Napoli, auspicavo che Riomaggiore potesse essere come Napoli, con riferimento agli argomenti e agli auspici di De Magistris per Napoli.
Così come in precedenza avevo auspicato un altro Egitto, non per gli egiziani ma per l'Italia.

Bisogna essere molto cauti, a mio avviso, nel considerarsi migliori, valutando, svalutando sopravvalutando. E' più proficuo guardare in maniera laica cosa succede altrove: aiuta a capire cosa (non) sta succedendo in casa propria e, a quel punto sì, valutare ed eventualmente correggere la rotta.

Segnalo che le dichiarazioni riportate qui http://speziapolis.blogspot.com/2011/03/il-sindaco-della-spezia-e-le-5-terre.html e nel vostro post non sono dell'ex sindaco Pagano ma dell'attuale Sindaco della Spezia Federici.

a presto,
dpatrucco

Alessandro Palermo ha detto...

Gent. Dott.ssa Patrucco,

La ringraziamo per averci fatto notare l'errata attribuzione delle dichiarazioni di Federici all'ex sindaco Pagano.
Evidentemente i nomi dei politici che se avessero voluto potevano dire certe cose con un certo anticipo sono molti e spesso hanno in comune ruoli e partiti.

Per quanto riguarda il raffronto Napoli-Riomaggiore, non volevamo sminuire il coerente e appropriato raffronto che Lei ha fatto tra le due situazioni e le interessanti dichiarazioni di De Magistris.
Il punto é che probabilmente tali dichiarazioni possono valere per qualsiasi comune d'Italia.
Ma c'é una cosa a cui non vogliamo cedere.
La tentazione che il problema sia B, e che si debba lavorare in funzione di sconfiggere B.
Ancora di più non crediamo che ci si debba unire a tutti i costi costi in coalizioni finalizzate alla sconfitta dei B.

Riteniamo infatti che del problema Riomaggiorese e Italiano eventualmente le B ne siamo una rappresentazione sintomatica, ma che la malattia sia da ricercare in un virus più profondo e diffuso.

Ad essere malate di tale virus sono cellule di tante parti del corpo.
Non é un solo organo o una sola parte del corpo ad essere malata.

Per cui non crediamo che la cosa si possa risolvere con coalizioni contro la rappresentazione di un problema, come del resto non é appropriato combattere solo i sintomi di una malattia.

Quindi non auspichiamo coalizioni, riteniamo che il Pd debba trovare candidati valenti tra le sue fila proprio per dimostrare che é in grado di farlo, e che la leader dell'ex opposizione possa raccogliere un ampio consenso per le sue capacità e non per alleanze con partiti che fino ad ieri (o anche oggi?) profondamente osteggiata.

Questo non vuole essere un atteggiamento reazionario o qualunquista, ma semplicemente un tentativo di mobilitare le Forze Sane, e che queste gareggiando fra esse possano garantire che al Podio non ci siano gli anti B o i pro B, ma semplicemente tutti quelli che hanno sentito il dovere di mobilitarsi per sconfiggere quel virus che aleggia in tutta Italia.

Quel Virus per cui basta dire che Lui é peggio di me per potersi concedere di pensare di essere migliori e di agire al di fuori dei principi che regolano una società.
Quel virus che ha messo nel fango della deriva morale l'intera classe dirigente italiana, in qualsiasi settore, politico, amministrativo, impenditoriale ed economico.

Forse tutto questo é sintomo di una decadenza epocale.
Perché avere dei Princìpi morali, quando non esiste più la vergogna, non esistono conseguenze, e tutto sommato conviene sempre agire fuori dalle regole, tanto o per sofismi o per cavilli se ne può uscire bene?

Questo é per dire che non ci sentiamo migliori e non vogliamo guardare gli altri.
Dunque non vogliamo un altro Egitto per gli egiziani.

Vogliamo altri egizioni, per ottenere un altro Egitto.

Vogliamo altri Italiani per ottenere un altra Italia.
Vogliamo altri politici per ottenere un'altra politica, non politici che si alternano nella stessa politica.

Quindi per chiudere questo lungo ragionamento, la lotta non é contro B, ma contro tutto quello che rende noi tollerare che la società sia rappresentata da B ma allo stesso tempo sguazzare comodamente in tale società, salvo poi gridare allo scandalo che c'é B.

Dunque lo sguardo laico ci serve anche per cercare quel B che potrebbe essere dentro di noi e per cercare di essere migliori, non di B, ma di noi stessi rispetto a ieri.
Dunque nuovi Riomaggioresi per un'altra Riomaggiore.

Questa non é una polemica, ma un umile condivisione di dubbi e pensieri.

Carlo ha detto...

Condivido ogni parola del ragionamento di Alessandro.