lunedì 21 marzo 2011

Siate realisti! Chiedete l'inesigibile...


Una quarantina di anni fa la gente che aveva vent'anni fece suo un aforisma di Camus che diceva:


"Sii realista, chiedi l'impossibile".


Adesso questa gente si suppone che abbia circa una sessantina d'anni, e il mondo non sembra cambiata molto...


A certuni tocca ancora chiedere cose impossibili e viene detto no, ma evidentemente quando ad essi sono state chieste cose impossibili hanno detto di si, e adesso arriva il conto, e quando sono le Fiamme Gialle a farlo, nessuno è troppo contento.
Siccome noi non siamo gran ché come commercialisti, ci siamo chiesti cosa voglia dire "credito inesigibile", che è quanto abbiamo letto sui quotidiani.


Su internet, ovviamente, abbiamo trovato questa definizione:
Crediti inesigibili o in sofferenza:
Crediti che, causa il fallimento o l'insolvenza del debitore, non saranno più riscossi o lo saranno in misura inferiore al loro ammontare.


Per chi non l'avesse ancora capito, l'argomento sono le coop del Parco, e nello specifico la madre di tutte le cooperative, la Via dell'Amore.Inutile negare che questo è l'argomento locale più caldo, più grave e più sentito.




Quello che si sa lo si apprende dai giornali e dai discorsi, ma la situazione pare pesantissima e si parla sempre più insistentemente di fallimento imminente.Ci sono state molteplici versioni, e probabilmente solo in pochi sanno esattamente come stanno le cose.
Si è parlato di milioni di buco, di milioni di tesoretto, alla fine quello che sembra più realistico sono circa 2.000.000 di iva evasa e almeno 12.000.000 di buco nella cooperativa (inezie al confronto di Acam).

Il commissario Cosentino stesso dal suo arrivo ad oggi, ha cambiato parecchie versioni, e adesso sembra aver tirato un sospiro di sollievo, il buco, se c'è, non è nel Parco.
Dunque il Ministero ne esce tutto sommato pulitino, e chi resta a governare il Parco quantomeno non sembra doversi preoccupare del debito, in quanto il debito è stato fatto fare ad altri.

Tra questi altri, appunto, la Coop Via Dell'Amore, che vanta crediti dunque dal Parco, ma a quanto pare, essi non sono esigibili perché la documentazione contabile che ne dia prova non esiste.
Adesso qui la prima incongruenza è che il credito inesigibile, nella sua definizione è tale se il debitore è insolvente o fallito, e il Parco non sembra tale.

Quindi allora la situazione sembra essere che il Parco non paga semplicemente perché non c'è dimostrazione che i servizi fatti siano stati realmente dati, o siano stati mai addirittura richiesti da tale ente o che quantomeno la documentazione non è sufficiente a dimostrarli.

Un po' come dire, se il Parco si impersonificasse in un cliente, entra al panificio, chiede una focaccia,  se la mangia e il panettiere sta a guardare.
Poi alla richiesta del pagamento il cliente dice: Ma io la focaccia mica te lo chiesta con una richiesta scritta, alla quale tu mi ha risposto, e sulla quale ci siamo messi d'accordo... quindi io alzo i tacchi e ti saluto.
Quindi se alla fine il panettiere ha fatto pure lo scontrino, ci deve pagare pure le tasse.
Viceversa, sempre facendo il panettiere, se un fornitore portasse della merce ed una fattura, e questa venisse firmata e poi magari dopo attento controllo questa marce è la metà di quella in fattura, beh, questo credito è esigibile, il fornitore se ne va fischiettando e il panettiere paga fattura e fatturato.
Quindi diciamo essere in malafede è sempre conveniente.

Tornando alle nostre cooperative i politici che hanno detto di voler mediare questa faccenda hanno tutti promesso aiuto, lo continuano a fare e alcuni lo continueranno a fare, così come hanno fatto i sindacati rispetto al lavoro.

Si dice si siano cercati fondi a Roma, per aiutare a coprire questa situazione, ma che soldi non se ne trovano, quindi la situazione è destinata a precipitare.
Nel frangente, per chi deve gestire questa cosa dall'alto, è già pronto un piccolo miracolo.
Non è necessario creare una Bad Company, dove inserire gli assets tossici e una Good Company, operazione che crea sempre problemi.
La Bad Company esiste già confezionata e si risolvono 2 problemi contemporaneamente.
1- Il cosiddetto debito del Parco verso le cooperative smetterebbe di esistere.
2- Il problema occupazionale verrebbe dissolto in quanto il problema è dell'entità fallimentare, inutile caricarsi di legna verde se si possono scaricare le persone e addirittura promettere loro qualcosa.

Per far questo è sufficiente non fare niente, il Presidente e il CDA verrebbero messi di fronte alle loro responsabilità oggettive e nulla potrebbe salvarli. Verrebbe ricordato loro che nessuno li ha obbligati a firmare niente, e se lo hanno fatto erano maggiorenni, vaccinati e pagati. Gli verrebbe pure ricordato che se avevano da dire qualcosa dovevano farlo prima e che se hanno gestito un sistema così inefficiente e antieconomico sono solo fatti loro.
Poco varrebbe ai fini legali, fiscali e finanziari che le responsabilità morali andassero ad essere cercate altrove.

A questo punto basterebbe allargare le braccia e dire:
"A ragà... nun se po fà!"

Cosa potrebbe fare allora la Cooperativa? Aprire un contenzioso ed una causa contro l'ente?
Del resto alla fine se l'Ente a suo tempo chiedeva tali servizi o prestazioni, questi da qualche parte dovrebbero risultare, e magari anche se mancasse della documentazione questi costi potrebbero essere stimati. 
Ma una causa in corso tra Ente e Via Dell'Amore pregiudicherebbe per la durata del procedimento il rapporto di convenzione, magari anche per altre coop correlate, e certamente renderebbe alquanto spinosi i rapporti con chi adesso è a gestire il Parco.

Chi gestisce adesso il Parco?
C'è una gestione tecnica e temporanea?

Beh, si dice che l'apparato laziale che è arrivato alle Cinque Terre cerca casa a contratti annui, non è roba di pochi mesi, e sembra che certi consulenti che dicevano che avrebbero lavorato gratis già abbiano presentato parcelle non indifferenti.
D'altronde una volta tirato il sospiro di sollievo sul debito, e appurato che qui di soldi ne girano a valanghe perché avere tanta fretta di andarsene? Meglio mettersi comodi e far vedere chi comanda ora.

La presenza locale nell'apparato dirigente del Parco è destinata ad assottigliarsi, fino a che nessuno del luogo sarà più presente negli uffici amministrativi.
Risolto il problema vaporizzando le circa 90 persone di Via Dell'Amore resterebbe un numero di cooperative ed occupati sufficiente a gestire servizi che l'ente ritiene necessari, e ci scommettiamo che restebbero quelli altamente remunerativi.
A gestire il tutto, finanziamenti, lavori etc resterebbe tutta gente esterna.
Non che questo debba essere un male, ma sarebbe il preludio al fatto che se non si sta attenti probabilmente piano piano tra consorzi strani e cooperative nuove il tutto sarebbe gestito da entità esterne.
La gente locale sarebbe solo coinvolta nella parte finale della filiera del lavoro.

Si incorrerebbe in quella situazione che già descrivevamo in uno dei nostri primi post, Per alcuni è finita... per noi è appena cominciata (29 novembre '10).

C'è da fare un ultimo ma importante inciso.
Cosa succederebbe se la Via dell'Amore venisse veramente aiutata ad uscire dal gorgo dell'insolvenza, e che dal Ministero si trovasse una soluzione politica per cui qualche credito venisse riammesso?

Ci sarebbe una cooperativa sovradimensionata che nessuno vorrebbe farsi onere di aiutare, in una situazione bordeline in cui ci sarebbe comunque da pagare i mancati tributi all'Agenzie delle Entrate, e forse anche altri scoperti.
I salari sarebbero difficili da coprire, in quanto non ci sarebbe più un apparato economico drogato in grado di gestire con mille vasi comunicanti, e ci si dovrebbe basare solo sulle effettive entrate.
Sarebbe fattibile?
Probabilmente si, ma forse sarebbe necessaria una contrazione di personale.
Ma chi sarebbe disposto ad andarsene per lasciare posto ad altri?
Probabilmente in pochi, la cooperativa sarebbe subissata di vertenze e ricorsi, in molti sarebbero riassunti e metterebbero comunque a repentaglio il bilancio.
Dove si mangia in 2 si può mangiare in 3 e forse in 4, ma in dieci si finisce cannibali.

E quindi?

Beh, sicuramente solo un Comune che ha cognizione di causa e sa adoperare i propri strumenti all'interno delle Comunità del Parco, e saprà mettere sul piatto della bilancia quanto ha da offrire ad un Parco disposto ad avere un ruolo equilibrato e con un rapporto alla pari, potrà consentire ai residenti di avere voce in capitolo sul territorio e sull'occupazione.
Certo che se i meccanismi delle Coop erano in vigore anche in Comune, quindi oneri distribuiti ovunque tranne che al Parco, in realtà poi ci sarà da mettersi le mani nei capelli anche in municipio.

Per quanto sopra, ma anche per molto altro che non è opportuno discutere, il problema delle cooperative è un nodo gordiano che tagliare ora conviene ad alcuni, anche se non a tutti.
Quelli cui non conviene sono quelli che ci rimetteranno il posto e non avranno santi a quali raccomandarsi per un appaltino, quelli che hanno lavorato e costruito comunque una realtà, perché c'è anche gente che ha dedicato tempo, volontà e fatica, vedranno il loro contributo svanire.
Poi ci sono quelli che resteranno veramente schiacciati nel meccanismo, quelli cui, volenti o no, hanno avuto un ruolo di responsabilità, le quali gli sono state volentieri date, nel bene e nel male, e con un ottimo tempismo.

Peccato... davvero peccato pensare che possa finire in questo macello, peccato essersi illusi.


Chiedere l'impossibile oggi sembra sia chiedere di essere trattati come gente e non strumentalizzati come pedine, chiedere che i politici facciano le persone serie, chiedere che ci si prenda la responsabilità delle proprie azioni, chiedere rispetto, chiedere uguaglianza, chiedere di essere amministrati con coscienza e onestà, chiedere cose normali.
Chiedere, in se, ormai è diventato inesigibile.


Bisogna farlo da noi.
Questa forse è la rivoluzione necessaria, inutile aspettarsela da altri, e Gandhianamente cominciare da noi stessi.



(PS, siccome questo è un argomento complicato, se abbiamo detto qualcosa di errato, o se qualcuno si sentisse di correggere o di aggiungere qualcosa siamo a dispozione).

9 commenti:

Anonimo ha detto...

Credo sia arrivato il momento di scendere in piazza o salire negli uffici e occupare il palazzo invaso dai romani, chiedere a lorsignori di essere chiari e di farci vedere che lavorano davvero per il bene del territorio e non solo per le loro bocche fameliche (vedi la richiesta per la residenza più cara su Manarola e alla fine optare per il Jolly di SP). Penso che la popolazione sia pronta per una dimostrazione di unità, almeno in questo senso..organizziamoci !!!

simone carrodano ha detto...

la disamina, vista dall'interno della cooperativa via dell'amore, non fa una grinza, devo solo precisare che la nostra coop ha già tutte le evidenze contabili che possono dimostrare quali e quanti servizi sono stati resi al parco e che dovranno essere riconosciuti. mancano, però, in forma scritta, alcune convenzioni, ma i servizi resi sono facilmente dimostrabili perchè svolti, nel tempo, sotto gli occhi di tutti.
simone carrodano, coop via dell'amore.

LA VERITA' TI FA' MALE LO SO ha detto...
Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.
Alessandro Palermo ha detto...

Grazie a Simore per il suo commento.


Ho cancellato invece un commento inutile.

Chi si riferisce, a chi ha scritto e firmato un messaggio, se "siamo uomini o caporali" e non si firma... beh... di certo lui non è né caporale né uomo, ma diciamo un vigliacchetto come tanti.

Se tale persona voleva esprimere un concetto lo poteva fare in altra maniera, se poi uno si firma è diverso, può anche permettersi di esagerare un pochino.
Ma così no... non si può fare.

in ogni caso è bastato lasciare i commenti liberi un pomeriggio per già ricascare in basso.

Alessandro Palermo

giuli ha detto...

esprimo la mia solidarieta' a Simone per quanto sta avvenendo nei riguardi del parco, anzi nella persona del sub-commissario come penso siano rivolte le domande di "risarcimento per il dovuto".
Sabato scorso ci siamo recati ( consiglieri coop consumo 5 terre)negli uffici del parco a Manarola per incontrare il responsabile del momento.Non solo ci sono state restituite le fatture (senza gli scontrini fiscali)ma anche la bell' idea di farci sapere che il parco nulla ci doveva in quanto mancavano le convenzioni scritte!!Ma in tutti questi anni quanti controlli a spot hanno eseguito lor signori che dovevano essere i controllori!!??!!Nessuno ci e' stato risposto e da questo capisco la vostra amarezza e vi esprimo la mia solidarieta', penso comunque non sia sufficiene ,ritengo sia giunto il momento di fare qualcosa e qualcosa di veramente cocreto, incontramoci tutti e decidiamo...ciao giuliano olivieri

Anonimo ha detto...

sono assolutamente d'accordo su quel commento.
Questo spazio non deve raccogliere provocazioni, anzi grazie per il lavoro di informazione che avete fatto, è gratis ma è meglio di quella a pagamento e più obiettiva di sicuro.

Ciao da Monterosso.

roby e paola ha detto...

l'unico modo per salvare il nostro territorio e il nostro futuro è RIMANDARE A ROMA COSENTINO E TUTTO IL SUO STAFF!!!CHE FACCIANO I PADRONI A CASA LORO!!!QUì SONO STRANIERI!!! scendiamo in piazza e facciamoci sentire una volta per tutte....TUTTI INSIEME!!!più aspettiamo e peggio sarà.

giuli ha detto...

Caro Osservatorio,la fotografia dell' ultimo vostro post evidenzia il marchio coop consumatori,onde non incorrere in errori di comprensione vi chiederei di sostituirlo con altro.
Un caro saluto giuliano olivieri per CdA coop 5 terre

Osservatorio Riomaggiore ha detto...

Bene, sostituiremo l'immagine...