Dato che i nostri preziosi visitatori ce lo chiedono, e noi non ci tiriamo indietro, completiamo la trilogia del "chi siamo, cosa vogliamo e dove eravamo".
Speriamo adesso di aver fugato ogni dubbio e di finire di dover parlare di noi, così da poter parlare di tutto il resto:
Anonimo ha detto...
buon giorno, vi stò seguendo da un pò di tempo, complimenti per la lodevole iniziativa, e soprattutto per il coraggio che i questo momento dimostrate.
ma ! ma (non vi conosco personalmente e quindi scusate Dubito) prima cosa facevate?
per carità non fraintendetemi, capisco e sò, che prima c'era il "terrore" o con Lui o contro di Lui, ma ri propongo Voi cosa ....
questa domanda (visto che non sono li) potrebbe chiarire non solo a me a a tanti altri che conosco e che ne parlano
ancora grazie e buon lavoro !
Carissimo Anonimo/a,
come detto, se fossimo persone dubbie risponderemmo frettolosamente, oppure potremmo sintetizzare con un antico proverbio toscano, che recita circa così:
"Chi l'ha 'n 'ulo lo tenga e si mova pohò"
In sostanza l'antica saggezza suggerisce che quando si è in situazioni in cui è difficile, se non impossibile, aver ragione dei problemi che ci affliggono e meglio non agitarsi troppo, onde evitare ulteriori dolori.
La realtà è invece assolutamente più complessa, e necessita di approfondita analisi.
Il coraggio è da lasciar da parte, per il coraggio ormai è tardi, adesso ci vuole solo onestà intellettuale e di coscienza.
Non dimentichiamoci che abbiamo sangue antico, popolo dalle origini misteriose che ha passato indenne innumerevoli problemi secolari, dalla fame, ai pirati alle difficoltà del luogo.
Dunque dove eravamo?
Eravamo a cercare di fare una vita normale, mentre evidentemente il mondo che ci circondava stava crollandoci addosso, tra l'abbondanza, le menzogne, gli egoismi e propri orticelli.
Non tutti eravamo nello stesso luogo.
C'era chi di noi lavorava nel Parco con entusiasmo e fiducia, c'era chi affittava le camere e sperava che un sussurro non gli costasse la licenza, c'era chi se ne andava al mare e non ci pensava, c'era chi aspettava l'estate perché arrivano tante americane belle fresche, c'era chi pagava gli avvocati e si rovinava la vita per far rispettare diritti garantiti, c'era chi si guardava in giro con sospetto, c'era chi andava a lavorare mentre altri prendevano belle paghe senza manco andarci a lavorare, c'era chi studiava in altre città, c'era chi si è fatto venire i capelli bianchi in attesa dei comodi dell'ufficio tecnico, c'era chi accettava le cose com'erano e basta lì, c'era chi aveva grossi dubbi e chi non se ne poneva, c'era chi sperava che le cose fossero diverse, c'era chi sperava di essere in buone mani e c'era chi diceva che di quelle mani non c'era da fidarsi, c'era gente che aveva benefici da uno sviluppo generale e ne accettava i difetti, c'era chi semplicemente pensava ai fatti suoi nel bene e nel male.
Tutti eravamo da qualche parte, incluso tanti nei luoghi deputati del potere e della politica.
Tornando alla saggezza popolare, quando un treno va a 200km all'ora e nessuno può fermarlo, questo treno andrà a schiantarsi. Alcuni che erano sopra son saltati, alcuni che ci sono rimasti per comodo o per necessità si son schiantati, altri lo son stati a vedere e basta, chi ha provato a fermarlo o rallentarlo è stato impietosamente travolto.
Dopo questo gran casino in molti si son chiesti come si è arrivati a questi punti, e molti sono rimasti colpiti da qualche cosa, nel proprio profondo, che non potrà mai più tornare integro.
Come può un condottiero di un popolo non insorgere davanti ad un personaggio bieco che arriva a dire "facciamo venire due da Capo Rizzuto" contro un figlio della propria terra?
Adesso dove siamo?
Siamo qui in mezzo alle macerie sociali e cerchiamo ognuno di mettere una mano, perché il nostro ridiventi un bel paese di Riviera dove vivere e bello, e dove non ci venga mai più voglia di andarcene.